Otto coltellate, una in gola. Trovata una traccia sospetta

Il delitto La ricostruzione dell’aggressione subita da Candido Montini, ex vicesindaco di Garzeno, e che ne ha causato la morte

Ha provato a difendersi, Candido Montini. Ha cercato disperatamente di allontanare da sé quell’aggressore che, armato di coltello, lo stava colpendo a ripetizione. Ma nulla ha potuto quando è stato colpito da un fendente diretto alla gola.

Dovrebbe svolgersi oggi l’autopsia sul corpo del pensionato ammazzato nella sua abitazione a Catasco di Garzeno. Come sempre un esame - che sarà eseguito dal medico legale Giovanni Scola - che può offrire spunti molto utili ai carabinieri per proseguire la propria attività di indagine e per indirizzare i prossimi passi dell’inchiesta. Finora quello che si sa è che l’ex amministratore comunale di Garzeno è stato raggiunto da almeno otto coltellate. Sette, quasi tutte in rapida sequenza, non mortali, quasi superficiali, tra addome e torace. L’ottava, quella mortale, lo ha trafitto alla gola e gli ha rescisso la giugulare. Senza lasciargli alcuno scampo.

Una dinamica che lascia ipotizzare che ci sia stata una sorta di colluttazione tra lui e l’assassino, che evidentemente si ritrovava in piedi davanti alla porta d’ingresso quasi a sbarrare ogni via di fuga alla propria vittima. E infatti Candido Montini presentava evidenti tagli cosiddetti da difesa, ovvero lesioni alle mani tipiche di chi cerca di proteggersi di fronte a un aggressore armato di coltello. Sicuramente lui l’aggressore lo ha visto molto chiaramente in faccia. E se fosse proprio per questo che è stato ucciso, perché avrebbe potuto riconoscerlo? In fondo Garzeno non è uno di quei posti nei quali un forestiero o uno sconosciuto passano inosservati. Basta un’auto che non è conosciuta, a insospettire una comunità abituata a non chiudere le porte neppure a chiave.

I carabinieri hanno acquisito le immagini di una telecamera privata che si trova puntata sulla strada che conduce verso la casa del pensionato. I video potrebbero aiutare a capire chi è passato di là martedì tra li tardo pomeriggio e la serata, cioè a quando risale il decesso. Ormai è certo, anche se a dirlo con definitiva chiarezza sarà l’autopsia, che la morte sia avvenuta la sera prima del ritrovamento del cadavere da parte dei soccorritori.

Al momento i filmati sono tuttora al vaglio del nucleo investigativo, nella speranza di riuscire a elencare tutti gli spostamenti nelle ore della possibile aggressione e verificare, per ognuno, alibi e potenziale interesse a uccidere il signor Montini.

Infine i militari della Sezione investigativa scientifica stanno effettuando accertamenti su una traccia sospetta trovata sul luogo del delitto, si tratta dell’impronta di una scarpa rinvenuta sul sangue che si trovava sul pavimento. Ovviamente bisognerà capire con certezza se si tratta di una traccia lasciata dai soccorritori che potrebbero aver inquinato la scena del delitto oppure se è il primo elemento che possa ricondurre all’assassino.

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