Una traccia del ragazzo sull’arma del delitto

Catasco di Garzeno Sarebbe questo l’indizio principale contro il trapper di 17 anni portato al carcere Beccaria. L’ipotesi è che si sia ferito maneggiando il coltello (poi abbandonato) utilizzato per uccidere Candido Montini

Il semaforo verde è arrivato dai Ris di Parma nella notte di domenica. Un tassello fondamentale che è andato ad unirsi ad altri riscontri e che ha portato i carabinieri del Nucleo investigativo a partire all’alba di lunedì per andare a prelevare, a Catasco di Garzeno, il ragazzo di 17 anni che è ora in carcere al Beccaria accusato dell’omicidio di Candido Montini. Il pezzo mancante ha le sembianze di una traccia con una compatibilità ritenuta essere molto alta con il Dna del giovane, traccia biologica che i Ris avrebbero trovato proprio sul manico dell’arma del delitto con cui era stato ucciso il settantaseienne del paese.

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Oggi l’udienza di convalida

Già nei giorni scorsi si era a lungo parlato di quel coltello particolare, tutto in acciaio, con il manico che avrebbe potuto essere scivoloso se umido o bagnato, anche di sangue. E così – secondo quanto parrebbe emergere – sarebbe stato. Da quanto rilevato, insomma, il ragazzo potrebbe essersi ferito maneggiando quel coltello nel corso dell’aggressione mortale. Non un taglio importante, come lascerebbe intendere l’assenza di tracce da gocciolamento dal punto delle coltellate a quello del ritrovamento del coltello (su una tettoia), comunque sufficiente per permettere agli inquirenti di repertare quella traccia compatibile con il profilo genetico dell’arrestato. Un riscontro che, una volta comunicato, ha portato a chiudere il cerchio attorno al minore. Poco utili sarebbero invece state le telecamere del paese, puntate in una direzione diversa rispetto a quella dell’allontanamento dell’assassino.

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Da quanto si è appreso ieri, con maggior calma rispetto alle ore movimentate di lunedì, il ragazzo avrebbe scelto di non rispondere alle domande del pm Myriam Iacoviello, della Procura per i minorenni di Milano. Un silenzio che non gli ha evitato il carcere. Anche i genitori, presenti con lui in caserma, sono stati sentiti sempre nella giornata di lunedì.

Intanto oggi – come comunicato dai carabinieri del Comando Provinciale di Como – si terrà l’udienza di convalida (successiva al fermo notificato nella serata di lunedì) che darà una prima risposta al lavoro effettuato dagli inquirenti in queste settimane. Le indagini proseguono anche dopo le dichiarazioni di queste ore da parte della famiglia, in merito alla presunta lezione di scuola guida che avrebbe dovuto tenersi a Dongo nelle ore dell’omicidio che risale al 24 settembre.

Le verifiche sono iniziate, ma da quanto è stato possibile apprendere il risultato potrebbe comunque essere ininfluente ai fini della collocazione eventuale del minore in casa di Montini, in quanto la forbice del decesso (in base all’esame autoptico) sarebbe ampia, compresa in almeno quattro ore da mezzogiorno in avanti. Potenzialmente dunque, il prender parte a quella lezione non avrebbe comunque precluso la possibile presenza del ragazzo a Catasco.

Il passato

Altro elemento che i carabinieri stanno sondando in queste ore è quello del rapporto tra la vittima e il giovane, cliente assieme alla famiglia del negozio di alimentari di Candido. Si cercano, insomma, eventuali screzi del passato (i due sarebbero anche lontani parenti) perché una delle risposte che ancora manca è quella del movente che – da quanto si sa – non sarebbe ancora ben chiaro. Pur partendo dal fatto (agli atti come dato oggettivo) che nell’appartamento di Montini non sono stati trovati soldi, e neppure nel negozio di alimentari. Elemento questo che aveva portato a ritenere come prioritario il furto poi degenerato alla base del terribile fatto si sangue che da poco meno di un mese sconvolge il paese dell’Altolago.

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