Cronaca / Lago e valli
Domenica 17 Luglio 2022
I fiori per la mamma, la promessa al caposcorta e la fuga nei boschi
Il giorno dell’evasione Massimo Riella ha approfittato della gentilezza degli agenti che si sono pure tassati per comprare i fiori da mettere sulla tomba
Era un giorno di boschi affollati di foglie secche e di vento freddo dai monti, quello in cui Massimo Riella ha messo in atto una delle evasioni più clamorose che la nostra provincia ricordi. Ore 9.30 del mattino del 12 marzo. Cimitero di Brenzio, sopra Gravedona. Massimo Riella, 48 anni, residente a Consiglio di Rumo, ha ottenuto - nonostante il parere contrario dei carabinieri della compagnia di Menaggio - il permesso per andare a visitare la tomba della madre, morta mentre l’uomo era detenuto in carcere con l’accusa di rapina aggravata.
L’uomo era noto per essere persona difficile da gestire e da catturare. Una volta, per sfuggire dalle mani dei carabinieri, si è lanciato a piedi addirittura dal secondo piano di una casa senza riportare conseguenze. Anzi, riuscendo poi a fuggire nei boschi (dov’era rimasto una settimana, prima di essere ripreso). E nonostante le sue prodezze - quando era in carcere era salito pure sul tetto del Bassone e per convincerlo a desistere (dopo tre ore) erano dovuti intervenire i vigili del fuoco - era prevalso quel senso di umanità che ha spinto ad autorizzarlo alla visita al cimitero di Brenzio.
Con lui quattro uomini della polizia penitenziaria inviati per fargli la scorta. I quali si erano pure tassati, durante il viaggio verso l’altolago, per comprare una piantina da mettere sulla tomba della mamma del detenuto. Lui gli ha ringraziati picchiando quello che lo ha accompagnato all’interno del cimitero e fuggendo nei boschi che conosce come, o forse meglio, di casa sua. Da quel momento, in altolago ,è iniziata una sorta di epopea social con Riella protagonista di ogni post: vestito da Rambo, nella locandina di un vecchio ma famosissimo film come il Fuggitivo, al centro di meme più o meno “eroici”. Gli hanno dato la caccia per quattro mesi, in quei boschi. Dai quali lui era riuscito ad allontanarsi. E non di poco. Molto probabilmente con l’aiuto di qualcuno. Se così è stato a dirlo sarà l’inchiesta aperta proprio per dare un volto agli spalleggiatori del fuggitivo dell’altolago.
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