I sindaci della statale Lariana: «Non viviamo più, per colpa di Como»

Traffico: durissima lettera al prefetto dei nove primi cittadini dei paesi attraversati dalla strada, da Bellagio a Blevio

Faggeto Lario

«Qui non si vive più». Dunque non c’è solo la statale Regina a turbare il sonno e gli animi degli amministratori dei Comuni rivierasche. La domenica di passione vissuta (anche) dall’ex statale Lariana - la litoranea orientale del lago - ha spinto nove sindaci a bussare alla porta del prefetto Corrado Conforto Galli chiedendo un suo intervento diretto soprattutto per quel che concerne le soluzioni pensate tempo fa, ma mai attuate per alleggerire l’ingresso a Como dalla Lariana.

La lettera - che vede quale prima firmataria il sindaco di Faggeto Lario, Angela Molinari e che abbiamo anticipato nella giornata di ieri - porta in calce anche le firme dei sindaco di Bellagio, Lezzeno, Nesso, Pognana Lario, Torno, Blevio nonché di Veleso e Zelbio.

I sindaci chiedono al prefetto «di riconvocare un tavolo al quale siedano i rappresentanti dei Comuni coinvolti, dell’Amministrazione provinciale, della polizia locale per lavorare alla ridefinizione della viabilità di tutta l’area in entrata dalla via Torno». Il sindaco Angela Molinari al momento ha scelto il basso profilo, evitando strappi o proteste istituzionali, almeno sino all’incontro con il prefetto. Il modello da adottare è quello che ha portato al potenziamento del trasporto pubblico lungo la linea Como-Bellagio di Asf, che ha «migliorato la situazione». «Permane invece in tutta la sua forza la questione della viabilità», si legge nella missiva.

«Le lunghissime code rendono difficile in primo luogo gestire le situazioni di emergenza, ma anche arrivare puntuali a lavoro, scuola o a recarsi alla stazione per prendere un treno o all’aeroporto». Poi la stoccata al primo cittadino di Como. «Tutti i tentativi di dialogo con il Comune di Como per trovare delle soluzioni adeguate non hanno trovato alcun riscontro», si legge. Esempi calzanti «la posa di un semaforo nella strettoia di via Torno o la ridefinizione della segnaletica orizzontale e dei passaggi pedonali» senza dimenticare «lo studio per il trasferimento della stazione delle autolinee in piazza Amendolara in altra zona».

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