Cronaca / Lago e valli
Giovedì 03 Novembre 2022
Il presidente della Rsa incassa 20mila euro, ma l’Ats impone di restituirli: «Non poteva prendere compensi per il lavoro svolto»
Il caso Il sindaco Muolo ha segnalato il compenso preso da Bogino per l’attività svolta nel 2021. Era vietato dallo statuto, modificato dopo. Ora l’azienda sanitaria ha chiesto indietro la somma.
Nel luglio scorso il sindaco, Giovanni Muolo, aveva segnalato all’Ats della Montagna che il presidente della casa di riposo di Dongo, Roberto Bogino, aveva incassato 20 mila euro come compenso per il lavoro svolto nel 2021, quando lo statuto della rsa in vigore vietava compensi ai membri del consiglio di amministrazione al di là di modesti rimborsi spese.
A distanza di quattro mesi l’Azienda sanitaria, ente preposto al controllo per conto di Regione Lombardia (la rsa “Il Giardino sul Lago” è struttura accreditata) ha chiesto la restituzione di quella somma.
La vicenda
Una delle segnalazioni era pervenuta al primo cittadino per mano di Roberto Libera, rappresentante della minoranza consiliare nel consiglio direttivo della rsa; lo stesso Libera era stato l’unico a votare contro quella voce inserita a bilancio.
«Lo statuto in vigore vietava presidente e consiglieri di pretendere compensi per il lavoro svolto e cercai di ricordarlo a tutti, ma gli altri accettarono che Bogino incassasse 20 mila euro per il suo impegno nell’anno 2021 – rievoca lo stesso Libera – . Ora, com’era presumibile attendersi, il presidente dovrà restituire quei soldi presi indebitamente».
Lo statuto venne modificato in seguito, ma anche su questo Libera dissente: «Per modificare lo statuto della rsa, a mio avviso, occorrerebbe il benestare di tutti gli enti rappresentati dai consiglieri e non solo quello di questi ultimi. È un altro aspetto sul quale vale la pena di soffermarsi».
Tra il dicembre e il febbraio scorso la casa di riposo “Ferriere e Fonderie di Dongo” aveva cambiato dapprima denominazione, diventando “Il giardino del lago”, e poi ragione sociale, passando da onlus ad impresa sociale. Una scelta, quest’ultima, che non era risultata indenne da critiche, in relazione soprattutto agli intenti della famiglia Falck, che l’aveva voluta negli anni ‘50. Il presidente l’aveva tuttavia motivata con la necessità di adeguarsi per usufruire di contributi, avere accesso ai crediti e ottenere eventuali donazioni da ditte.
Ora si presenta la grana dello stipendio che il presidente si è riconosciuto in maniera ritenuta non conforme dagli organi di controllo.
Motivazione
In questi giorni Bogino non è risultato rintracciabile. A suo tempo aveva motivato il compenso sottolineando come, grazie al suo lavoro, il patrimonio della rsa fosse aumentato di otto volte.
«L’utile di gestione è migliorato di oltre 500 mila euro rispetto al 2020 – aveva aggiunto – e vale la pena di segnalare le aumentate disponibilità liquide a garanzia dei dipendenti e dei fornitori, oltre alla capacità di assorbire oneri degli anni precedenti mai contabilizzati».
Ma lo statuto in vigore, come detto, non contemplava compensi per i membri del consiglio di amministrazione e tanto è bastato ad Ats per pretendere la restituzione della somma.
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