Il Ticino riparte. E i frontalieri in coda
Traffico in tilt a Valsolda e Bizzarone

Tutto secondo copione: due chilometri a Chiasso già alle 7, addirittura 5 chilometri a Oria Valsolda. Appello per la riapertura di Maslianico e Valmara

Tutto secondo copione purtroppo per gran parte dei 40 mila frontalieri diretti ieri in Canton Ticino, con una differenza sostanziale rispetto ai giorni scorsi. E cioè che prima e durante il lunedì nero dei frontalieri, in coda già di primissimo mattino praticamente in corrispondenza di tutti i valichi di confine col Ticino - con punte d’attesa tra la mezzora e l’ora abbondante, complice la chiusura prolungata di Pizzamiglio-Maslianico e di Arogno -, il Governo ha deciso di lasciare da parte il bon ton istituzionale con la vicina Svizzera.

Ma intanto resta il bilancio di una giornata di disagi straordinari.Complice il secondo allentamento in due settimane di molte misure restrittive (con annessa ripresa su buoni ritmi dell’edilizia) deciso da Bellinzona, moltissimi frontalieri hanno dovuto fare i conti con lunghissime attese e controlli. Quasi un bollettino di guerra. Alle 7 erano segnalati 2 chilometri di coda a Chiasso strada, mentre già alle 6,15 erano segnalate auto a passo d’uomo da Cima (Porlezza) a Oria Valsolda, in buona sostanza più di 5 chilometri da affrontare a ritmi obiettivamente insostenibili lungo la “340 Dir”. E c’è anche chi, per evitare code, ha deciso di raggiungere il valico al confine tra Porlezzese e Canton Ticino prima dell’orario di apertura, fissato per le 5. Situazione spaventosa anche a Bizzarone con il sindaco che non nasconde la sua rabbia per quanto sta accadendo: il paese paralizzato per ore e tanti lavoratori in coda. Appello per la riapertura di Pizzamiglio Maslianico e della Valmara.

Gli articoli su La Provincia di martedì 28 aprile

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