«La barca a idrogeno, nuova frontiera» Prima uscita sul lago a Tremezzina

La storia Tullio Abbate jr, erede di una dinastia di costruttori, sta facendo i primi esperimenti. Presentazione al Salone nautico di Parigi. «Ci credo, il lavoro continua per abbattere i costi»

L’acqua che torna ad essere semplicemente acqua, riutilizzabile all’infinito. Un progetto che Tullio Abbate Junior, attuale testimone di una dinastia di costruttori e campioni nautici di Tremezzina, sta realizzando con la sua barca a idrogeno.

Un percorso iniziato da tempo in campo automobilistico ed ora avviato anche nella nautica da diporto per beneficiare di una fonte pulita e sicura, per un benessere e una sostenibilità senza eguali.

Parliamo dell’Elite 27 H, l’imbarcazione di 8.30 metri, dalla tipica linea slanciata e corsaiola Abbate, uscita dal cantiere di Schignano, a propulsione ad idrogeno, che ha fatto la sua prima uscita sul lago, da Tremezzina a Como. E spinta da un apparato composto di due celle a combustibile a idrogeno in parallelo che alimentano un motore elettrico.

Questo offshore italiano, è in questa fase un prototipo, dotato di un apparato costruito dalla fabbrica francese Inocel di Grenoble, contenente 21 chili di idrogeno per alimentare due batterie da 300 kW. Le celle a combustibile a idrogeno di Inocel si basano su una tecnologia sviluppata dalla Commissione francese per l’energia atomica (CEA) di Grenoble. La sola batteria pesa 100 kg, più 50 kg di accessori, mentre i serbatoi sono da 700 bar. La start-up Abbate – Inocel è stata presentata al Salone Nautico di Parigi ed ora si sta lavorando per l’implementazione commerciale e industriale. Ovviamente ci saranno tanti ostacoli da superare per la commercializzazione, dai costi di gestione attualmente elevati e dalla carente rete di ricarica delle batterie.

«Io credo fermamente nel progetto – assicura Abbate – ma siamo solo all’inizio e c’è ancora molta strada da fare per abbattere i costi e creare una catena di distribuzione capillare di pile di idrogeno, come esiste già in Francia. Occorrono politiche governative che favoriscono questa forma di propulsione totalmente ecologica. Noi comunque andiamo avanti, grazie all’efficienza del mio team di lavoro e ricerca ed ai collaboratori che credono in questo progetto».

La sperimentazione sul nostro lago, da parte di Abbate e degli ingegneri della Inocel, è stata possibile grazie all’appoggio dato dal Comune di Cernobbio, che ha messo a disposizione uno spazio per ospitare le bombole di ricarica di idrogeno, travasate da un camion. «E’ un progetto molto interessante ed innovativo – chiosa il sindaco Andrea Monti – che rappresenta indubbiamente il futuro della navigazione a emissioni zero sul nostro lago. Il Comune di Cernobbio si rende disponibile a sostenerlo e dare il proprio supporto per quanto di sua competenza».

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