La comunità energetica piace: c’è l’adesione di 41 famiglie

Cavargna La maggior parte dei cittadini ha accolto con favore il progetto. Manca solo il finanziamento, ma ci sono alte possibilità. Rumi: «Soddisfatti»

A dispetto dei suoi 173 abitanti e della sua collocazione ai confini del mondo, il Comune di Cavargna punta a diventare una comunità energetica.

Il progetto, non certo semplice nel suo iter, soprattutto per un ente che ha i dipendenti contati, è pronto e ora dipende tutto dal finanziamento, che tuttavia ha ottime possibilità di essere concesso.

Sono state 41 le adesioni dei cittadini all’iniziativa: tenendo conto del nuclei famigliari presenti, si può dire insomma che la gran parte della popolazione abbia condiviso l’iniziativa.

Alternativa

«È un bel segnale – commenta il sindaco, Ermanno Rumi – . Comunità energetica non significa energia elettrica gratuita per tutti, ma è il principio della produzione di energia rinnovabile che ha convinto i cittadini ad aderire. Un’energia che salvaguarda l’ambiente e si pone come valida alternativa alle fonti tradizionali, sempre più condizionate dai poteri forti».

Le comunità energetiche si basano sull’autoproduzione di energia rinnovabile e l’Unione Europea le incentiva finanziariamente alla luce di due aspetti sostanziali: la salvaguardia dell’ambiente e le difficoltà, messe in luce anche dalla crisi dei rapporti con la Russia, di reperimento di determinate materie prime per produrre energia.

Il progetto di Cavargna consisterà in quattro punti di produzione di energia elettrica derivante da impianti fotovoltaici realizzati sulla copertura di immobili comunali, tra cui il municipio stesso e la colonia Dolai; si calcola una potenza di 43 kilowatt, con l’energia prodotta che entrerà nella rete Enel tornando comunque al Comune, in parte per essere utilizzata e in parte come rimborso.

«Il municipio e strutture come magari il Museo della Valle potranno usufruire dell’energia prodotta in loco – spiega il primo cittadino – . Per il resto usufruiremo di un rimborso per ogni kilowatt prodotto, che si traduce in un’ipotetica cifra di circa 9 mila euro all’anno: una somma che destineremo a progetti sociali».

Risparmio

L’adesione alla comunità energetica non ha comportato alcun costo per i cittadini e chi ne fa parte godrà anche di un risparmio in bolletta: «È prematuro fare i conti nel dettaglio – osserva Rumi – ma in linea di massima è prevedibile un risparmio di un 10/15% all’anno. Siamo davvero soddisfatti del progetto e del coinvolgimento della gente e, come ribadisco, da amministratore mi fa soprattutto piacere che anche un piccolo Comune come il nostro possa contribuire, nel suo piccolo, a una visione più pulita ed ecologica del pianeta. Incrociamo le dita – conclude il sindaco – e confidiamo nel finanziamento del progetto». Considerando che una famiglia tipo, con un consumo media di circa 2.700 kWh di energia elettrica all’anno, attingendo da fonti tradizionali comporta un’emissione di circa una tonnellate di anidride carbonica, per un paese ancorché piccolo la riduzione di CO2 nell’atmosfera diventa significativa.

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