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Cronaca / Lago e valli
Lunedì 17 Febbraio 2025
La Variante che arranca. E quella che sta nascendo
Un collegamento di due chilometri per saltare l’abitato di Argegno. Da questa mattina le indagini geologiche: serviranno per il primo progetto
Per una Variante, quella della Tremezzina, che arranca in maniera sempre più marcata (lo dimostrano le poche maestranze al lavoro da settimane al portale sud di Colonno), ce n’è un’altra, la variante di Argegno, ai nastri di partenza e che oggi vedrà il primo passo ufficiale sotto il profilo tecnico.
«Divieto di sosta sulla piazzetta - lato sinistro il località Crotta - fronte civico 3, causa lavori di indagine geologica». Dietro questa dizione, in vigore dalle 7.30 di oggi in base all’ordinanza temporanea a firma del sindaco Francesco Dotti, figura l’avvio dell’iter per le indagini del sottosuolo, propedeutiche poi alla redazione del “DocFab”, il documento di fattibilità delle alternative progettuali, che in buona sostanza la prima ed essenziale fase di elaborazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica di questa infrastruttura lunga 2,2 chilometri per un costo di 120 milioni di euro.
Oggi ad Argegno insieme ai tecnici incaricati dei primi carotaggi saranno presenti anche i geologi che fanno riferimento all’Amministrazione provinciale. Questo perché il “DocFab” sarà redatto dai tecnici del Settore Viabilità di Villa Saporiti, con a capo l’ingegner Bruno Tarantola, dal 2 febbraio scorso nuovamente operativo (dopo la meritata pensione) su input del presidente Fiorenzo Bongiasca per curare progetti strategici. L’esempio calzante è rappresentato dalla variante di Argegno. «Le indagini geologiche avranno l’obiettivo di definire la caratterizzazione geomeccanica del terreno per impostare la progettazione delle gallerie», conferma Bruno Tarantola, che - lo ricordiamo - è anche il “papà” del progetto originario della Variante della Tremezzina.
Al momento sono due le ipotesi progettuali in campo - come conferma lo stesso ingegner Tarantola - ovvero una galleria unica da 2 chilometri e 100 metri oppure due gallerie da un chilometro (e poco più) ciascuna. L’obiettivo è scavalcare l’abitato di Argegno, importante “imbuto” provenendo dal Brienno e dalle Camogge (Colonno) da e per il capoluogo, il tutto tenendo conto anche di un importante ostacolo naturale rappresentato dal torrente Telo.
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