Ladri in Ferriera a Dongo, disagi per l’azienda

Il furto di un chilometro di cavi avvenuto qualche settimana fa, ma tenuto segreto. Presentata denuncia contro ignoti. Altre ombre sul futuro della fabbrica, ora in mani cinesi

Hanno rubato un chilometro di cavi in ferriera. Il clamoroso furto risale al periodo delle festività natalizie, ma al di là della denuncia sporta contro ignoti, la proprietà ha cercato di mantenere il massimo riserbo per non condizionare le indagini.

Lo segnala ora un lettore e non si sa, per esempio, da dove siano entrati i ladri, come abbiano fatto ad eludere il sistema d’allarme e a passare inosservati con un bottino così voluminoso.

L’obiettivo, ovviamente, era il rame contenuto nei cavi stessi. Il danno materiale ammonta a 50 mila euro e ha avuto ripercussioni anche sull’attività produttiva: senza cavi, infatti, non funzionano più i forni e non è stato possibile riprendere le lavorazioni dopo le festività natalizie.

«Siamo dispiaciuti per quanto accaduto e confidiamo che si riesca a risalire ai colpevoli – commenta il sindaco del paese, Mauro Robba – Il furto, oltretutto, ha comportato anche un grosso disagio per l’attività dello stabilimento». Nel messaggio del lettore si citano anche arretrati di pagamenti: «Nell’indifferenza di sindacati i istituzioni, la ex ferriera, ora Dongo Casting, non paga gli stipendi da ottobre».

Tesi confermata da alcuni lavoratori, che nell’autunno scorso avevano già lamentato un arretrato di pagamento di un mese, poi saldato. Le difficoltà finanziarie sottolineate allora dalle forze sindacali riaffiorano dunque in maniera ancora più marcata. La ferriera, che ora si chiama Dongo Casting, è targata Elecpro International investment holding, multinazionale cinese che quasi sei anni fa aveva rilevato all’asta “Isotta Fraschini”, il comparto che si occupa di produrre testate di automobili col processo del lost – foam.

La nuova proprietà aveva prospettato un avvio con un centinaio di dipendenti e un raddoppio nel giro di due anni, per stabilizzarsi attorno alle 200 unità; la realtà di fatto, invece, si traduce in poco più di 70 operai, impiegati oltretutto in maniera molto saltuaria. In assenza di versioni ufficiali occorre affidarsi alle indiscrezioni, secondo le quali la proprietà rimane in attesa dei necessari fondi dalla Cina per pagare gli stipendi e far fronte agli inconvenienti causati dal furto. Della ferriera, intanto, sembra che nessuno voglia più parlare. Il direttore dello stabilimento, Renato Begnis, contattato per telefono nei giorni scorsi, non ha risposto e non ha risposto nemmeno il segretario della Fim-Cisl di Como, Gennaro Aloisio.

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