L’allarme Variante: con questo ritmo serviranno 10 anni

Regina A 340 giorni dall’inizio delle esplosioni scavati soltanto 1,4 chilometri dei quindici da realizzare. Il “fine lavori” indicato per il 2028 è lontano

Numeri alla mano serviranno ancora 10 anni per concludere i soli scavi delle gallerie - principali, servizio e i due salti di montone, con quello di Colonno già ultimato (ma mai aperto al traffico) - in corrispondenza dei due portali di Colonno e Griante della variante della Tremezzina. Due mesi dopo la ripresa (a singhiozzo) dei lavori a Colonno, dopo il clamoroso stop datato 16 aprile, si impone dunque lontano dai riflettori un altro campanello d’allarme da non sottovalutare, considerato che Anas al momento ha confermato anche nell’ultimo Tavolo istituzionale sulla Regina (e sulla variante) il 10 aprile 2028 quale data di ultimazione dei lavori.

I numeri

Tornando alla fredda legge dei numeri, dei 15,2 chilometri di gallerie da realizzare dentro il maxi cantiere della variante della Tremezzina al momento - ovvero a circa 340 giorni dall’inizio delle “volate” tramite esplosivo - ne sono stati scavati 1,4 chilometri su entrambi i portali, quello di Colonno (ripartito l’8 maggio dopo le vicissitudini raccontate in presa diretta dal nostro giornale) e quello della Ca’ Bianca a Griante. Mancano dunque all’appello alla data odierna 14,1 chilometri, che a conti fatti significano ad oggi altri 10 anni di soli scavi. Dunque - pur consapevoli di enfatizzare il concetto, perché la speranza è che prima o poi il cantiere della variante riesca a registrare quel cambio di passo chiesto anche dal ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, lo scorso 4 maggio - ad oggi la scadenza del 10 aprile 2028 non potrebbe essere in alcun modo rispettata, ricordando che al 1° luglio e cioè alla data di ieri il portale nord di Griante in particolare risultava ancora fermo al palo.

Delle sei gallerie previste - dato per ultimato lo scavo, ma non il completamento del salto di montone (o galleria di svincolo) a Colonno - la galleria di servizio di Colonno è quella che ha presentato sin qui la progressione maggiore, con un avanzamento sopra i 560 metri (dunque poco più di mezzo chilometro), fermo restando che per le gallerie di servizio “Comacina” e “Perlana” da Colonno a Ossuccio Anas ha già annunciato l’addio allo scavo con la “Tbm” ovvero la fresa meccanica a piena sezione, preferendo il metodo tradizionale. In questa fase Anas sarebbe in attesa della proposta alternativa da parte dell’impresa, anche se la rotta pare ormai tracciata in via definitiva.

Semmai i due dati che preoccupano maggiormente riguardano lo “zero” inerente la casella della galleria principale alla Ca’ Bianca di Griante e i soli 450 metri scarsi di avanzamento della galleria principale “Comacina” a Colonno, lunga - lo ricordiamo - 3,5 chilometri.

Cambio di passo

Che non sia stata una ripartenza come avrebbe voluto e come ha annunciato durante il sopralluogo dello scorso 4 maggio il ministro Matteo Salvini (pochi giorni dopo il primo sopralluogo datato 8 gennaio 2023 peraltro si era registrato a Colonno il primo stop agli scavi a causa dello “smarino” contenente idrocarburi) lo si evince anche dal fatto che dei 60 camion diretti e di ritorno da Tirano oggi ne vengono annoverati tra i 18 e i 25 (dunque un terzo del previsto), conseguenza di una sola “volata” al giorno dentro la galleria principale “Comacina” e di un paio di “volate” alla settimana dentro la galleria di servizio. Da registrare infine che lo scavo del salto di montone a Griante, l’ultimo ad alzare bandiera bianca dentro quel portale dalle mille complessità, si è fermato a poco più di 60 metri.

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