Lo scandalo della Variante a Griante: stop fino a settembre

Secondo la promessa del ministro Salvini gli scavi avrebbero dovuto ricominciare entro la fine di giugno. Ferma anche la galleria di servizio di Colonno mentre in quella principale soltanto poche esplosioni alla settimana

L’ultimatum del sindaco Pietro Ortelli - formalizzato nella lettera (rivolta ad Anas, è bene rimarcarlo) consegnata sabato sera al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, a margine della storica “Festa del Laagh” di Lega in quel di Lezzeno - sulla ripresa dei lavori al portale nord della Ca’ Bianca di Griante ha avuto il merito di riaprire una partita complessa per tanti motivi diversi.

In questo contesto, le notizie di rilievo filtrate ieri sono due, la prima è che i lavori di scavo a Griante non riprenderanno prima del mese di settembre (il ministro Salvini auspicava il riavvio di questa parte del cantiere “per San Giovanni”, dunque dal 24 giugno in poi) e la seconda è che dalla prossima settimana il cantiere comunque vedrà un primo passo ufficiale in vista dell’auspicata riapertura. Questo perché dovrà essere sostituito l’impianto di filtraggio delle acque, che correttamente il sindaco Ortelli nella missiva ha definito “sottostimato”. Servirà un impianto più capiente e soprattutto capace di trattare maggiori volumi d’acqua, provenienti dalla faglia del San Martino e così dalle lavorazioni (in questo caso acqua mescolata ad oli).

Fino a settembre, però, le volate tramite esplosivo a Griante non riprenderanno ricordando, nell’ordine, che lo scavo della galleria principale alla Ca’ Bianca non è ancora iniziato, mentre la galleria di servizio - ferma dallo scorso novembre - è avanzata sin qui per soli 200 metri. Andamento molto lento anche per la galleria di svincolo (o salto di montone), che sin qui è entrata nella roccia per 85 metri.

L’altra novità di rilievo riguarda lo scavo della galleria di servizio “Comacina”, avanzato per circa 580 metri, ma che non riprenderà - secondo quanto si è appreso - anch’esso fino a settembre. E questo perché Anas non avrebbe ancora validato il “piano b” presentato dall’impresa per compensare l’assenza della “Tbm” ovvero della fresa meccanica a piena sezione. Per contro, anche in questo caso secondo le (poche) informazioni filtrate negli ultimi giorni, si è ridotto anche il volume degli scavi all’interno della galleria principale “Comacina”, dove le volate sarebbero nell’ordine delle tre-quattro a settimana. Prova ne sia che anche l’andirivieni di camion della variante da e per Tirano si attesta attorno ai 15 transiti giornalieri, un quarto di quelli che erano stati annunciati lo scorso 4 maggio alla ripresa dei lavori dopo il clamoroso stop datato 16 aprile.

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