L’odissea di un’anziana a Bellagio: «Code, inefficienza e scortesia»

Turismo Livia Porta, 85 anni, ha atteso per un’ora sotto il sole il battello che non l’ha caricata: «Tre ore e mezza per tornare a Moltrasio. Un taxi boat mi ha chiesto 500 euro. E niente scuse»

A 85 anni ha atteso sotto il sole il battello per cinquanta minuti, ma quando è arrivato era pieno, e non è stata caricata. «Il prossimo è fra un’ora». E fra altre peripezie, per raggiungere Moltrasio ci ha messo tre ore e mezza.

L’odissea che racconta Livia Porta - figlia della scrittrice Carla Porta Musa - non è certo un caso isolato, ma la testimonianza concreta delle difficoltà e dei problemi che si vivono ogni giorno, durante questo ormai perenne assalto turistico.

Sabato Livia Porta, che vive nel Milanese ma ha una dimora a Moltrasio, è arrivata a Bellagio, ma i problemi si sono posti quando ha dovuto rientrare. Si è messa in coda per prendere il battello alle 15 ed è arrivata a casa alle 18.20, peraltro in autobus.

Tribolazione

«È stato lacrimevole» la definizione della signora di 85 anni. «Sabato scorso ho deciso di andare a fare un giro a Bellagio - racconta - è vero avrei potuto scegliere un giorno in settimana ma conoscendo la grande frequentazione della “Perla del Lario” anche in settimana, non pensavo ci potessero essere grandi differenze. Per rientrare mi sono messa in coda per prendere il battello per Como, e sono arrivata con i trenta minuti di anticipo che consigliano».

«C’era un sole battente - prosegue - e alle 15 mi sono messa ordinatamente in coda per prendere il battello Milano. La coda avanzava abbastanza tranquillamente quando ad un certo punto si è insinuata un’altra coda di persone che, anche con una certa prepotenza, ci ha fatto perdere diverso tempo. Alla fine quando è arrivato il momento di salire sul battello, i posti erano esauriti. Ho chiesto al personale della navigazione com’era possibile si formassero due code e mi è stato detto che loro non fanno i vigili. Non hanno neppure chiesto scusa per la situazione o per il battello pieno».

Quando si dice l’accoglienza ai turisti. E l’odissea era solo all’inizio: «Ci hanno detto che il battello successivo per Como sarebbe passato dopo un’ora. Proprio di fianco all’attracco c’è un banchetto di un taxi boat, e ho provato a chiedere quanto sarebbe costato il trasporto verso Moltrasio - racconta ancora la signora - mi hanno chiesto 500 euro e ho logicamente rinunciato. Alla fine ho deciso di prendere il traghetto che porta le auto fino a Cadenabbia, e da lì sono tornata a casa in autobus».

Trattamento

Il tutto in tre ore e mezza, più di quanto ci si mette in treno da Milano a Roma. Ma al di là dell’affollamento, del quale non ha colpa nessuno, l’amarezza di Livia Porta è per la maleducazione generale e la maniera in cui vengono trattati i turisti: «Mi ha stupito la gente che non rispettava la fila, ma anche la poca professionalità e cortesia da parte del personale della navigazione, anche solo nel comunicare un’ulteriore attesa di un’ora alle persone - afferma - . Mi sarei aspettata almeno delle scuse, un tentativo di rimediare in qualche modo, invece nulla di tutto ciò. C’è poca preparazione, basterebbe delimitare la coda come fanno negli aeroporti Io spero che l’aver raccontato quanto mi è accaduto - conclude - possa servire a cambiare una situazione assolutamente spiacevole anche per tantissimi turisti che arrivano in Italia».

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