Delitto di Garzeno, il minorenne in stato di fermo per omicidio volontario. Ma lui nega tutto

Catasco di Garzeno La svolta, a quasi un mese dalla morte di Candido Montini, sarebbe arrivata dagli esami del DNA. Ragazzo portato in caserma a Como e sottoposto a interrogatorio

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Poco dopo le 22 di un lunedì lunghissimo, il giovane di 17 anni di Garzeno sospettato di aver ucciso Candido Montini è stato formalmente sottoposto a fermo di polizia giudiziaria e portato nel carcere del Beccaria di Milano. Il ragazzo era stato portato in caserma a Como nella tarda mattinata, e nel pomeriggio è stato sottoposto a un lungo interrogatorio da parte del pubblico ministero della Procura per i minori. Interrogatorio nel corso del quale il minorenne avrebbe sempre professato e protestato la propria estraneità alle accuse.

La svolta dell’indagine sull’accoltellamento dell’ex assessore di Garzeno, pensionato e titolare di un piccolo negozio di alimentari a Catasco, ucciso nella sua abitazione lo scorso 24 settembre, sarebbe giunta grazie ai controlli incrociati del DNA, che avrebbero consentito di individuare il sospettato.

Lunedì mattina all’alba, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Como hanno prelevato il ragazzo da casa - dopo aver proceduto anche a una perquisizione - e lo hanno portato al Comando provinciale di Como, dov’è rimasto per l’intera giornata e per buona parte della serata.

Nulla si sa, al momento, sul movente del delitto anche se l’ipotesi più accreditata sia quella della rapina finita nel sangue. L’assassino di Candido Montini, infatti, aveva portato via il portafoglio della vittima e quindi era entrato in camera da letto dove aveva aperto un cassetto dal quale, verosimilmente, potrebbe aver portato via altro denaro. Il portafogli vuote era stato trovato a una ventina di metri dal cancelletto che conduce alla casa della vittima. E sempre lì, sopra la tettoia in lamiera di una vecchia legnaia, i carabinieri avevano ritrovato pochi giorni dopo anche il coltello usato dall’omicida. Un coltello da cucina in alluminio con il manico rotondo. È probabile che nello sferrare le coltellate mortali, l’omicida si sia ferito a sua volta lasciando del sangue sulla scena del crimine.E proprio quelle tracce hanno messo i carabinieri sulle tracce del ragazzo, fermato nella tarda serata con l’accusa di omicidio volontario e pluriaggravato.

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