Omicidio di Garzeno, i funerali di Montinil L’invito del prete: «Non puntiamo il dito»

Il caso Toccante omelia ai funerali di Candido Montini, il commerciante assassinato da un giovane del paese

Le piccole cose. Candido Montini, dall’alto dei suoi 76 anni, non finiva mai di elencarle, persino agli sconosciuti. Quelle buone e quelle meno buone, che lui non riusciva ad accettare. Era capace di fare una questione di principio per un’erbaccia non strappata o per un sasso non posizionato nel modo giusto da chi avrebbe dovuto provvedere.

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Ma questa sua proverbiale attenzione a ciò che poteva risultare banale agli occhi dei più, era in realtà finalizzate alla ricerca del bene. A distanza di un mese e mezzo dal suo brutale omicidio (per il quale è stato arrestato un giovane del paese, come è noto), il negoziante di Catasco è stato finalmente accompagnato all’ultima dimora terrena e nell’omelia della cerimonia funebre, celebrata ieri nella chiesa della frazione, ne ha bene inquadrato la personalità don Francesco Bernasconi, il giovane sacerdote nominato di recente vicario della Comunità pastorale Valle Albano.

La guida

«Voglio iniziare da Padre Pio, al quale Candido era molto devoto – ha esordito don Francesco – il frate di Pietrelcina pregava il Signore affinché lo guidasse con la sua luce e non lo lasciasse nelle tenebre e ha sempre fatto sua la misericordia di Dio, che è soprattutto accoglienza, ascolto e perdono. Ero arrivato qui da pochi giorni e Candido mi invitò ad entrare nel suo negozio: esordì con un “ti pare giusto…?” e lo ripeté più volte in seguito, tenendomi lì un paio d’ore e raccontandomi la realtà e le vicissitudini del borgo attraverso le piccole cose. Quelle buone e quelle che lui non accettava – ha aggiunto il sacerdote – Era capace di fare di apparenti inezie una questione di principio e non mollava la presa, ma sempre allo scopo di raggiungere il bene, il giusto. Mi aveva anche confidato di essere ormai in perdita con l’attività, ma continuava a gestire il suo negozio perché era cosa buona».

La bottega

Le piccole cose, come la bottega della vittima, come la maggior parte di ciò che scandisce la quotidianità di Catasco, come quelle che si accumulano anche in negativo rischiando di degenerare.

«Ora che la giustizia ha trovato il colpevole, non laviamoci la coscienza e non puntiamo il dito – ha proseguito don Francesco senza dimenticare l’episodio che ha portato a questa atroce fine– . Anche il riprovevole gesto che è costato la vita a Candido può essere l’epilogo di tante piccole trascuratezze che si sono accumulate. E allora cogliamo l’insegnamento che il nostro compianto amico, a modo suo, ci ha voluto lasciare: impariamo anche noi a considerare le piccole cose, a interessarci soprattutto della pecora smarrita prima che delle altre 99 (il riferimento è al brano del Vangelo letto poco prima), come avrebbe fatto sicuramente lui, tenendo sempre come riferimento il concetto di misericordia di Padre Pio».

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