Montini ucciso con venti coltellate e l’assassino potrebbe essersi ferito

Garzeno Furia omicida nella casa di Catasco: impressionante serie di fendenti sul corpo. Alcuni colpi sarebbero stati inferti con la vittima a terra. Si cercano nuove tracce di sangue

Non sono meno di venti le coltellate rilevate sul corpo di Candido Montini, il pensionato di 76 anni – che tuttavia teneva ancora aperta l’attività di negoziante di alimentari – trovato morto nella sua casa di Catasco di Garzeno. Le indagini proseguono senza sosta da giorni, con gli inquirenti chiusi in un silenzio assoluto coordinati dalla procura di Como, nel tentativo di dare un nome ed un movente a ciò che fino ad oggi rimane un omicidio a carico di ignoti e difficile da comprendere.

L’indagine

Tra i dettagli che emergono, già da tempo in mano agli investigatori, alcuni sono particolarmente inquietanti e portano sempre più in direzione di un delitto effettuato con rabbia, qualsiasi sia stato il motivo scatenante. Non una reazione impulsiva, ma fendenti scagliati in serie contro il corpo dell’anziano, alcuni inferti anche con la vittima già a terra, questo almeno parrebbero suggerire gli schizzi di sangue repertati nella casa del pensionato di Catasco di Garzeno.

Nuovi elementi

In un primo momento si era parlato, dopo un esame esterno del corpo, di sette oppure otto coltellate, di cui una mortale alla gola. In realtà, sarebbe emerso nel corso dell’esame autoptico effettuato dall’anatomopatologo dell’ospedale Sant’Anna, i fendenti sarebbero stati non meno di venti, qualcuno forse di difesa, ovvero successivo al tentativo della vittima di coprirsi o di impugnare l’arma del suo assassino.

C’è un secondo elemento, successivo alla notizia – che abbiamo dato nei giorni scorsi – del ritrovamento del coltello. L’arma usata sarebbe infatti un normale coltello da cucina, di quelli però completamente in acciaio anche nel manico. Perché però questo particolare potrebbe essere importante? Perché una simile impugnatura sarebbe scivolosa, soprattutto se umida o bagnata di sangue, e questo potrebbe anche aver portato a far perdere la presa, magari a ferirsi mentre nel corso dell’aggressione al povero pensionato di Catasco, lasciando dunque tracce da repertare.

Sono solo supposizioni, ovviamente, che tuttavia riconducono al vero passaggio chiave di questo omicidio, l’esito (atteso) delle varie repertazioni fatte all’interno dell’appartamento della vittima e sul coltello finito nelle mani degli inquirenti dopo che in un primo momento era scomparso. Elementi che andranno ad aggiungersi agli altri già raccolti, che per il momento portano a ritenere ancora il motivo economico al centro dell’indagine non fosse altro che nella casa di Candido Montini ma anche nel suo negozio di alimentari, non sono stati trovati contanti. Fatto insolito, soprattutto per un negozio di questa natura.

Saracinesca che era rimasta abbassata fin dalle prime ore del pomeriggio di martedì 24 settembre, momento in cui – secondo gli investigatori – si sarebbe consumato l’omicidio che ad oggi non ha ancora un presunto responsabile e, ovviamente, nemmeno un movente.

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