Pazienti maltrattati alla Rsa di Dizzasco: domiciliari a uno degli arrestati

La decisione del gip di Como dopo l’interrogatorio: confermato il carcere, invece, per l’altro indagato. Ora gli altri coinvolti nelle violenze

E’ stata scarcerata Evelina D’Amico, la dipendente socioassistenziale della Rsa di Dizzasco “Sacro Cuore” che era stata una delle due figure professionali finite in carcere in seguito all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice Massimo Mercaldo per ipotesi di maltrattamenti agli anziani all’interno della casa di riposo lariana.

Non sono noti i motivi della decisione del gip (lo stesso che aveva firmato la misura restrittiva) ma si sa che la donna, nel corso dell’interrogatorio di mercoledì scorso, aveva risposto alle domande fornendo la propria versione chiedendo poi – tramite il proprio avvocato Davide Giudici – una misura meno afflittiva. Alla dipendente sono stati concessi i domiciliari in sostituzione del carcere.

Istanza respinta invece per il secondo indagato che era stato portato in cella, Fabrizio Violetti, per cui invece l’ordinanza è stata confermata. Anche in questo caso non sono note le motivazioni che hanno portato alla decisione da parte del gip.

Ieri intanto, nel Palazzo di Giustizia di Como, sono iniziati gli interrogatori - sempre di fronte al giudice Massimo Mercaldo – per i cinque indagati che erano stati collocati ai domiciliari e non in carcere. Secondo le scarne informazioni che sono trapelate, tutti avrebbero risposto alle domande da parte degli inquirenti fornendo la propria versione dei fatti in merito a quando viene loro contestato.

Sarebbero state presentate – anche in questo caso come avvenuto negli interrogatori dei giorni scorsi – istanze per chiedere le attenuazioni delle misure successive proprio all’interrogatorio effettuato. Il gip si è riservato di decidere nei prossimi giorni in merito alle posizioni di Guglielmo Bruzzo, Paola Garbagnati, Sabrina Codara, Milena Faverzani e Florentina Florea.

Le indagini erano state condotte dai carabinieri della Compagnia di Menaggio (con la stazione di Centro Valle) con il supporto del Nucleo Investigativo di Como. Un fascicolo che era stato aperto dal racconto di un ex dipendente la scorsa estate cui poi se ne erano aggiunti altri. Vicenda che ha provocato grande indignazione in paese: le indagini in ogni caso proseguono. M. Pev.

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