Pesca (vietata) agli agoni. Scattano i primi sequestri

Colonno I controlli della Polizia provinciale a dieci giorni dall’apertura. Dopo il provvedimento, vengono consegnati in beneficenza alla Caritas

A dieci giorni dall’apertura della pesca di una delle specie simbolo del lago di Como - l’agone, da cui poi si ricava attraverso un procedimento antico che vede anche il sole come prezioso alleato il prelibato missoltino - la polizia provinciale guidata dal comandante Marco Testa ha intensificato i controlli lungo le due sponde del Lario. Questo perché il lago già pullula di agoni e, secondo una consuetudine poco edificante che risale già a decenni or sono, in molti anticipano la pesca pur essendo in tutto e per tutto proibita.

Sin qui gli agenti di Villa Saporiti hanno sequestrato oltre una trentina di chili di agoni, ben 20 dei quali in un sol colpo sulla riva di Colonno (al momento rappresenta il sequestro di maggior rilievo), consegnati in beneficenza alla Caritas.

Nel contempo sono stati sequestrati anche tre “quadrati”, gli strumenti di pesca adatti a questa specie così gettonata, nonché un paio di reti professionali di maglia vietata in questo periodo.

I precedenti

I controlli proseguiranno in maniera serrata nei prossimi 10 giorni e così dopo il 15 giugno, all’attesa riapertura di questa pesca, una delle date attese un anno intero dai pescatori. Lo scorso anno era stato sequestrato un quintale e mezzo di agoni, poi destinati ad enti benefici. Nel contempo, il comandante della polizia provinciale ha dato conto che dall’inizio ad oggi sono state elevate in materia di pesca oltre 130 sanzioni. Da rimarcare, in questo contesto, una sanzione da 500 euro per un caso singolare recentemente rilevato nel primo bacino, vale a dire il rilascio da parte di un pescatore dilettante di un pesce siluro di una trentina di chili, specie non autoctona i cui numeri sono in forte aumento, per la quale la legge vieta categoricamente la reimmissione in acqua. Precisazione doverosa quest’ultima. Da qui la sanzione di ben 500 euro, che potrebbe suonare (ai più) come singolare.

Tornando all’agone, il pescato professionale, in base all’ultimo dato disponibile che risale al 2022, si è attestato sulle 30 tonnellate, contro le 33 tonnellate del 2021. Quanto all’attenzione che accompagna la pesca di questa specie simbolo del Lario, una spiegazione pragmatica arriva dal processo produttivo dell’agone stesso, che attira inevitabilmente l’attenzione dei pescatori e di chi si trova sulle rive.

Deposizione uova

Questo in virtù del fatto che per la deposizione delle uova l’agone si reca nelle ore notturne in prossimità delle rive. In quel frangente è possibile vedere e sentire i tipici “barboi” (o “barbui”), determinati dallo sciabordio delle pinne degli agoni in frega ad un paio di metri dalla riva. Un meccanismo naturale già visibile in queste sere d’inizio maggio, pur a fronte di una temperatura del lago inevitabilmente sotto la media stagionale, a causa delle frequenti ed abbondanti precipitazioni delle ultime settimane.

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