Poste Italiane non trova lavoratori: «Siamo in cerca di portalettere, nessun giovane lo vuole fare»

Grandola Un impiego a tempo indeterminato a Poste Italiane da 1.200 euro . Il direttore: «Le consegne sempre più spesso fatte da dipendenti non locali»

Poste Italiane cerca portalettere, possibilmente del posto, ma fa davvero fatica a trovare giovani disponibili anche se si tratta di un impiego a tempo indeterminato da circa 1.500 euro lordi (diventano 1.200 euro netti).

E’ quanto emerso in occasione di un invito a visitare il centro di distribuzione di Grandola ed Uniti, in funzione da quasi due anni. I nuovi centri di distribuzione sono la risposta dell’Azienda alle nuove esigenze del servizio postale.

Oltre mille pacchi al giorno

La differenza, oggi, come spiega il direttore del centro, Lorenzo Marzulli, la fanno i pacchi: «Qui in media smistiamo dai 1.000 ai 1.200 pacchi al giorno e nei periodi caldi, come quello natalizio, si arriva a 1.900. A differenza dei corrieri, Poste Italiane consegna in tutti i paesi, anche quelli in capo al mondo, e questo spiega la mole di lavoro quotidiana».

Per gestire la costante crescita del volume di pacchi, con un aumento anche quest’anno del 13% in Lombardia, anche in provincia di Como Poste Italiane ha messo in campo azioni con l’obiettivo di garantire consegne puntuali: nell’ultimo anno sono stati assunti 23 nuovi portalettere, con un’età media di 35 anni.

«Siamo alla continua ricerca di portalettere locali, che avrebbero il vantaggio di non doversi cercare un alloggio e di conoscere già il territorio, ma non è facile trovarne – ribadisce il direttore del centro – . I 41 incaricati che lavorano nel centro di Menaggio sono tutti dotati del nuovo palmare che rende più rapide le operazioni di consegna, in particolare proprio quella dei pacchi, che viene agevolata dalla funzione della firma elettronica del destinatario e dalla possibilità di contattare telefonicamente il cliente destinatario di pacchi in fase di recapito, in modo da gestire la consegna nei tempi attesi».

Il portalettere telematico

La figura del portalettere telematico, nel territorio, ha letteralmente trasformato la professione: il postino di un tempo era sempre una persona del posto, che basava il proprio lavoro sulla conoscenza degli utenti e su un rapporto diretto consolidato. Ora è tutto mutato.

«Oggi le consegne vengono fatte sempre più da dipendenti che arrivano da fuori – conclude il suo ragionamento Marzulli – ed è necessario poter contare anche sulla collaborazione dell’utenza. Conoscere vie, numeri civici e interni è basilare per una consegna puntuale e sicura. Ecco perché chiediamo a tutti di esporre cassette nel punto possibilmente più accessibile per chi consegna e con ben indicato il nome».

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