Cronaca / Lago e valli
Venerdì 22 Novembre 2024
«Pronto, siamo i carabinieri». Ma era un trucco dei ladri
Tremezzina Una donna di Ossuccio è stata contattata per un presunto atto da notificare. Lei non ci è cascata
«Buongiorno, siamo i carabinieri. Dovete venire in caserma».
Sin qui, in apparenza, nulla di strano in quella che mercoledì pomeriggio sembrava una telefonata di rito, con tanto di nome e cognome e indirizzo (tutti corretti) della persona che l’ha ricevuta.
Poi però chi ha escogitato quello che si è rivelato poi essere un maldestro tentativo per far uscire dall’abitazione - una bella casa affacciata sull’isola Comacina a Ospedaletto di Ossuccio - per commettere un furto all’interno dell’abitazione in tutta tranquillità ha compiuto un passo falso.
La richiesta
«Vi aspetto al comando provinciale di Ossuccio», le parole dell’anonimo interlocutore. Due le evidenti anomalie contenute in questo messaggio, la prima che è il comando provinciale ha sede a Como e la seconda che non esistono stazioni dell’Arma a Ossuccio. Stazione che si trova invece a Lenno. Da qui la pronta reazione del padrone di casa, che ha prontamente interrotto la comunicazione telefonica.
Massima attenzione dunque per questa nuova (per la zona del lago) tipologia di telefonate “civetta”, con tanto di nominativo e indirizzo - questo il campanello d’allarme da non sottovalutare - corretti. Pronta la telefonata - questa volta reale - ai militari dell’Arma della stazione di Tremezzina e così alla polizia locale.
L’allarme
Secondo quanto si è appreso, sopra l’abitazione, a ridosso della Regina, sarebbe stato visto un uomo aggirarsi attorno alle 13 con fare sospetto. La telefonata risale invece alle 15. Ora toccherà a carabinieri e polizia locale capire se esiste un nesso tra questa presenza poco rassicurante e la telefonata che invitava il proprietario a recarsi in caserma, lasciando sguarnita l’abitazione. “Fate attenzione”, ha poi riferito il proprietario dell’abitazione. Anche dai carabinieri e così dalla polizia locale è giunto l’ennesimo appello a non assecondare in alcun modo eventuali richieste telefoniche, anche nel caso - come accaduto mercoledì - di dati anagrafici corretti.
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