«Riella fa lo sciopero di fame e sete. Ha perso cinque chili, non sta bene»

Gravedona L’ex latitante era stato condannato dal Tribunale di Como a nove anni il 12 ottobre. Il suo legale è preoccupato: «Per la sua salute proverò a convincerlo a smettere al più presto»

Lo aveva lasciato intendere subito dopo la lettura del dispositivo di condanna a 9 anni e mezzo, dopo essere stato ritenuto dal Collegio di Como il presunto autore della rapina ai danni di due anziani di Consiglio di Rumo.

«Farò lo sciopero della fame», aveva detto in aula Massimo Riella, 49 anni di Brenzio, prima di essere riportato in carcere. L’esclamazione era sembrata una reazione impulsiva dopo la pesante decisione dei giudici, anche perché come primo atto post condanna aveva consumato il pranzo all’interno del palazzo di giustizia lariano per poi essere riportato dagli agenti di polizia penitenziaria nel carcere di Opera che lo accoglie dal giorno in cui, estradato in Italia dal Montenegro, era finito nuovamente nelle celle della Penisola dopo una evasione durata mesi.

La situazione

Ora però, a poco più di dieci giorni dalla sentenza (che risale al 12 ottobre) si apprende che Riella quello sciopero della fame e della sete contro la sentenza l’avrebbe effettivamente iniziato. Tanto da perdere, secondo quanto riferito dal legale che lo assiste, almeno cinque chili in poco tempo. «Sono preoccupata per la sua salute – ha comunicato ieri l’avvocato Roberta Minotti, che ha incontrato il proprio assistito nella giornata di lunedì e che tornerà ad Opera domani, per verificare la situazione – Quando Riella si mette in testa una cosa è difficile fargli cambiare idea. Io spero di riuscirci perché questo sciopero della fame e della sete non ha alcun senso, anche perché non abbiamo ancora letto le motivazioni della sentenza». Lo sciopero sarebbe iniziato proprio come reazione ad una decisione «che non ritiene giusta». «Non è nemmeno vincente comportarsi in questo modo», conclude il legale.

La visita in carcere

Domani l’avvocato sarà di nuovo ad Opera – dove la situazione viene tenuta sotto controllo – per cercare nuovamente di convincere Riella ad interrompere lo sciopero. In Tribunale a Como invece non è arrivata alcuna comunicazione in merito, cosa che dovrebbe al contrario essere riferita se la situazione fosse oltremodo delicata. La speranza dunque è che tutto possa rientrare e che il legale riesca nel suo intento di convincere il proprio assistito.

Massimo Riella, 49 anni, era stato ritenuto responsabile della brutale rapina ai danni di due anziani avvenuta a Consiglio di Rumo nel 2021. Un colpo da poche centinaia di euro che fu tuttavia molto cruento. Il malvivente scappò poi dalla finestra da dove era entrato. Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Menaggio avevano portato a identificare come sospettato proprio Riella. A incastrarlo le telecamere presenti in prossimità della casa degli anziani, la testimonianza di due persone su un Apecar che avevano dato un passaggio a Riella proprio quella sera e in quei minuti ed infine il Dna trovato sul manico della mannaia usata dal rapinatore che era stata repertata e fatta analizzare.

Riella, al contrario, ha sempre negato ogni addebito. Aveva già messo in atto una serie di proteste clamorose: prima salendo sul tetto del Bassone, poi evadendo nel giorno in cui era stato condotto a pregare sulla tomba della madre.

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