Ritrovato il coltello che ha ucciso Candido

Garzeno I carabinieri hanno rinvenuto l’arma dell’omicidio. L’assassino l’ha abbandonata a terra lungo una strada

Se non è una svolta, nel senso letterale del termine, poco ci manca. I carabinieri hanno ritrovato il coltello utilizzato per uccidere Candido Montini, il pensionato-commerciante accoltellato a morte martedì della scorsa settimana nella sua abitazione a Catasco di Garzeno.

L’arma è stata gettata dall’assassino dopo la fuga dalla casa della vittima. I dettagli sul ritrovamento sono pochissimi, visto lo strettissimo riserbo degli inquirenti sulle indagine. Da quanto emerso il coltello sarebbe stato ritrovato gettato a terra, vicino alla strada che passa accanto alla bottega alimentare del signor Montini.

Una svolta?

Mentre il portafoglio si trovava a una decina di metri, venti al massimo dal cancelletto in ferro che porta all’ingresso della casa della vittima, a ridosso di un ex pollaio semi diroccato, il coltello sarebbe stato trovato ben più lontano. Lanciato a terra, ai bordi della strada. Si tratterebbe di un normalissimo coltello da cucina, a lama corta, che nulla avrebbe a che fare con le posate trovate nella casa diventata da martedì scorso la scena di un crimine che, al momento, resta ancora un mistero.

Quest’ultimo dato, ovvero il fatto che il coltello non sia stato preso nella cucina di Candido Montini, fornisce agli inquirenti - sul caso stanno indagando i carabinieri del Nucleo operativo di Menaggio, i colleghi dell’investigativo di Como e del Reparto Operativo, i militari della stazione di Dongo e da lunedì pure gli uomini della sezione crimini violenti del Ros - un elemento indubbiamente utile, perché dimostra come il killer si sia presentato già armato all’appuntamento con la sua vittima. Quindi il delitto non è maturato al termine di una lite o di una colluttazione degenerata, bensì potrebbe addirittura essere stato premeditato. Ovviamente è presto per poter parlare di premeditazione, ma per quale motivo presentarsi armati se non si aveva idea di far del male?

Tornando al ritrovamento dell’arma, è chiaro che siamo di fronte a un passaggio cruciale per l’inchiesta. Il tutto però passa dalla speranza di riuscire a trovare tracce dell’assassino sul coltello, che è stato subito inviato ai laboratori del Ris di Parma per ricercare impronte o tracce di dna differenti da quelle della vittima.

Gli ulteriori accertamenti

Il ritrovamento del coltello fa anche comprendere i motivi che hanno spinto la Procura a non concedere il nulla osta ai funerali del gestore della bottega alimentare di Catasco. Le foto dell’arma, infatti, saranno ora vagliate dal medico legale che ha eseguito l’autopsia per accertare se le ferite riscontrate siano compatibili con quel tipo di lama.

Nel frattempo le immagini della telecamere che si trova non lontano dall’abitazione di Candido Montini non avrebbero portato elementi significativi all’indagine. Dopotutto le possibili vie di fuga dell’assassino - sempre che si sia allontanato a piedi - potevano essere più d’una e non esclusivamente la sola coperta dalle telecamere. L’indagine continua, ma oggi ancor di più è indispensabile attendere le risposte dagli accertamenti scientifici, per comprendere se vi siano elementi utili a risolvere il mistero.

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