Salvini “riaccende” la Variante, ma ci vorrà almeno tre settimane

Tremezzina: dopo l’intervento del vice premier si fanno i conti con la tempistica (e i costi ancora in crescita). L’impresa sta cominciando a “convocare” le maestranze, ormai lontane dai cantieri

Il ministro delle Infrastrutture riapre i cantieri della Variante della Tremezzina e si comincia a parlare di tempi e costi. Il ministero, in una nota, ha parlato di «risultato dell’intervento diretto del vicepremier e ministro Matteo Salvini», che a sua volta ha confermato di essere pronti «a coprire eventuali nuove necessità economiche». Perché in fondo la questione - oltre che tecnica - è soprattutto economica, con Anas che si era spinta a riconoscere massimo il 60% di quanto richiesto, a valle della determina del Collegio Consultivo Tecnico, dall’impresa, il Consorzio Sis.

Cifra - come più volte rimarcato da “La Provincia” nella settimana che ha portato al summit istituzionale di giovedì in prefettura a Como - che non era stata ritenuta congrua e che inevitabilmente almeno sino a giovedì pomeriggio avrebbe portato ad un “fermo lavori” totale, con pesanti incognite sui mesi e forse sugli anni a venire.

Invece dopo l’intervento “forte” del ministro, da lunedì il cantiere della Variante sarà gradualmente riattivato a cominciare da Colonno. Operazione peraltro non semplice visto che il Consorzio Sis ha dislocato altrove gran parte della maestranze e ad oggi dovrebbe comunque garantire in tempi celeri soprattutto la ripresa delle “volate” tramite esplosivo, ferme a Colonno dal 7 agosto ed a Griante addirittura da un anno.

La previsione del Mit di una ripresa delle esplosioni in galleria entro 10 giorni è comunque (più che) ottimistica. Le volate - stando ad un rapido calcolo - non potranno riprendere prima di tre-quattro settimane, dunque a stagione turistica già iniziata, con tutto ciò che ne consegue anche in fatto di convivenza con la viabilità ordinaria, pullman turistici inclusi.

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