Cronaca / Lago e valli
Giovedì 02 Aprile 2020
Sorico, l’infermiere morto nel sonno
Lavorava all’ospedale di Gravedona
Aveva 46 anni e lascia la moglie e due figlie piccole. Ha lavorato in chirurgia fino al 31 marzo
Sorpresa, ansia e, poi, tanto dolore.
Nel primissimo pomeriggio di ieri, in una Sorico deserta non è passato comunque inosservato lo spiegamento di forze della macchina dei soccorsi nella centralissima piazza Battisti, cuore del paese, che in tempi di normalità è frequentata a qualsiasi ora del giorno.
In breve si sono delineati i contorni della tragedia: Emanuele Bellatti, infermiere di 46 anni, ma soprattutto marito e papà di due giovanissime ragazzine, è stato trovato nel proprio letto senza vita.
Il personale del Lariosoccorso di Dongo è intervenuto nell’immediatezza, ma medico e volontari non hanno più potuto far nulla: il decesso risaliva già a qualche ora prima.
L’uomo, insomma, è passato dal sonno alla morte senza che alcuno se ne accorgesse. Anche se la professione dello sfortunato cittadino sorichese, sicuramente tra le più a rischio di contagio di questi tempi, ha inevitabilmente evocato ipotesi legate al coronavirus, è quasi certo, anche non ancora ufficiale, che la causa del decesso sia un arresto cardiaco.
Bellatti lavorava all’ospedale di Gravedona, ma non nel complesso trasformato in reparto per la lotta al coronavirus. Lui operava da sempre nell’unità di chirurgia, ma era ovviamente conosciuto nell’intero ospedale.
«Ha lavorato qui da noi fino a ieri sera (martedì per chi legge, ndr) – interviene il direttore sanitario del presidio, Roberto Antinozzi – Apprendere oggi la notizia della sua improvvisa scomparsa ha sconvolto tutti. Personalmente lo ricordo come professionale e serio sul lavoro, ma soprattutto cordiale e disponibile come uomo. Sempre sorridente, nei momenti favorevoli e anche in quelli di maggior tensione, sapeva infondere tranquillità ai colleghi. Era papà e marito e la grande famiglia del Moriggia Pelascini, in questo brutto momento, abbraccia idealmente i familiari di Emanuele».
L’infermiere di Sorico aveva già alle spalle una triste esperienza d’infanzia: aveva perso i genitori in circostanze drammatiche quando era ancora in tenera età e lui e un fratello erano stati adottati da una coppia di Gravedona che li ha cresciuti con tutto l’amore di cui avevano bisogno.
Aveva intrapreso la professione di infermiere: una sorta di vocazione, insomma, animato dal desiderio di essere utile agli altri nei momenti di maggior bisogno.
Si era unito in matrimonio con una collega che lavora all’ospedale di Lecco e assieme crescevano le loro due amate bimbe.
Ma ieri, mentre riposava dopo l’ennesimo e impegnativo turno in ospedale, l’infermiere non ha più risposto al richiamo dei familiari che intendevano svegliarlo per il pranzo.
In pochi istanti la tragica notizia ha fatto il giro di Sorico anche se tutti sono confinati in casa. I messaggi di condoglianze e di affetto sono stati trasmessi dai concittadini sui social testimoniando ancora una volta di come l’uomo fosse benvoluto da tutti, non solo nel paese di residenza. n
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