Stop all’assistenza domiciliare in Valle. Le parole di un paziente tetraplegico «Servizio fondamentale per me e per le persone nelle mie condizioni»

Schignano Sfogo di Roberto Migliavada, 54 anni e tetraplegico, dopo l’addio della San Giacomo. L’Ats ha garantito la continuità

Marco Palumbo

«La situazione è grave. Cito solo la prima parte di una celebre frase di Ennio Flaiano. L’assistenza domiciliare infermieristica e fisioterapica è per me come per altre persone della zona di fondamentale importanza. In questa fase purtroppo nessuno può garantire quale sarà il nostro destino». Alle voci, cariche di preoccupazione, raccolte in presa diretta dal nostro giornale dopo la decisione della società Roberto Migliavada srl di Dizzasco di lasciare, dopo anni di onorato e puntuale servizio, l’assistenza domiciliare si aggiunge quella di Roberto Migliavada, 54 anni, schignanese, molto conosciuto al pari della famiglia, tetraplegico (da 28 anni, tra 9 giorni) a seguito di un incidente in piscina, con annessa lesione alle vertebre cervicali.

Le difficoltà

«Non è mia abitudine parlare in prima persona. Sono riservato, per natura. Ma purtroppo questo problema tocca me e la mia famiglia - come purtroppo tante altre famiglie - ricordando che mio papà (per tutti il “Tato”) compirà a giugno 84 anni e mia mamma di anni ne ha 87 - spiega Roberto Migliavada -. Purtroppo non ho ancora avuto risposte dalla sede di Menaggio dell’Asst Lariana per capire chi subentrerà in questo servizio. E questa mattina (ieri, ndr) anche la persona cui fa capo l’igiene personale e che viene da me due volte la settimana - per il resto mi assiste la famiglia - mi ha comunicato che anche lui dovrà sospendere il servizio. Qui mi devo rivolgere all’Azienda Sociale Centro Lario e Valli. Un problema in più e non di poco conto».

Roberto Migliavada sottolinea che «il servizio di assistenza domiciliare funzionava bene, così come una nota di merito va a Villa Aprica che mi segue per i decubiti». Poi però il brusco stop al servizio ha davvero complicato le cose, ma soprattutto non ha portato in dote al momento alcuni tipo di passaggio di consegne.

Ecco la vera pecca di questa “fase transitoria”, perché nessuno degli assistiti sa cosa accadrà da domani, 1° marzo, data in cui dovrebbe in teoria essere previsto il subentro, dopo l’addio della San Giacomo. Al nostro giornale “Ats insubria ha fatto sapere che il servizio “Adi” in Val d’Intelvi continuerà ad essere assicurato, garantendo nel contempo “una maggiore risposta alle necessità dei cittadini”.

Incertezza

«Mi spaventa sapere che dopo anni il servizio fisioterapico e infermieristico domiciliare non è al momento garantito - la chiosa di Migliavada -. Non ne sappiamo nulla e lo stesso discorso vale per l’igiene. Dalla San Giacomo è arrivato un documento in cui veniva ben specificato lo stop al servizio domiciliare. Nel documento c’erano anche un numero di telefono e una mail di riferimento per il subentro. Alla data odierna - 27 febbraio - non ho però ricevuto risposte».

E ha concluso: «La fisioterapia è al momento sospesa. Le mie non sono dichiarazioni improntate alla polemica, ma spero che si possa trovare una soluzione. Urgono risposte. Sin qui ho trovato solo segreterie telefoniche o dichiarazioni di maniera. Lo dico perché davvero si tratta di servizi fondamentali. Chiedo chiarezza su tempi e modalità di come questi servizi potranno continuare per me e per tanti altri assistiti, che al mio pari richiedono da giorni notizie esaustive«.

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