Torna a casa dopo un mese
«Non conosco i vostri volti
ma mi avete ridato la vita»

Moltrasio: in ospedale per l’epidemia scrive una lettera a medici e infermieri dell’ospedale Sant’Anna

«Non conosco i vostri volti, ma ho capito che sotto i vostri indumenti di protezione ci sono delle persone di grande disponibilità, professionalità e con molta umanità. Grazie con tutto il cuore». Avrà sicuramente strappato un sorriso la lettera lasciata ai medici e infermieri che, nelle ultime settimane, hanno letteralmente rimesso in piedi Antonio Saldarini, moltrasino di 69 anni che ha sconfitto il Covid.

La sua è stata una battaglia lunga un mese che non dimenticherà per il resto della vita, ma allo stesso modo porterà nel cuore la sensibilità trovata nei reparti del Sant’Anna da parte di chi, ogni giorno, dedica tutto sé stesso per salvare più vite possibili. Lo fanno dietro a strumenti di protezione che ormai tutti conosciamo, senza poter mostrare ai pazienti il proprio volto, eppure riescono a trasmettere conforto e vicinanza, per sostenere chi è ricoverato non solo fisicamente, ma anche psicologicamente. «Sono contento di essere a casa, le gambe mi tremano un po’ ma sto bene, e i miei familiari mi coccolano – spiega con un sorriso Saldarini, a casa dopo 20 giorni d’ospedale e negativo al Covid – tutto è iniziato il 9 ottobre: avevo un po’ di malessere, ma all’inizio sembrava gestibile. Mia moglie, però, ha iniziato a notare che di notte non respiravo bene: il 19, sono andato in bagno e sono svenuto. E’ quindi venuta a prendermi l’ambulanza: è stato un bene, perché se non fossi svenuto, il virus sarebbe andato avanti e chissà cosa sarebbe potuto accadere».

La prima settimana d’ospedale è stata dura, Antonio ha pensato che sarebbe stato trasferito in terapia intensiva, ma poi la situazione ha iniziato lentamente a migliorare, anche grazie al casco che gli ha dato benefici. «E’ un’esperienza che lascia il segno – prosegue l’uomo – negli ultimi giorni i ricoveri continuavano ad aumentare e ho toccato con mano il grande lavoro di medici e infermieri. Non ho mai visto il loro viso, ma solo le tute sulle quali si scrivevano il nome a inizio turno. C’è davvero tanta gente che lavora con abnegazione: sotto l’anonima armatura ci sono persone disponibili e preparate. Il Covid ti riporta con i piedi per terra: a volte, con il lavoro, si trascura un po’ la famiglia e i figli, ma in questa circostanza ti rendi conto che la vita è un’altra cosa e bisogna essere contenti di quello che si ha. Pensi che capiti agli altri e non a te, ma non è così. Da tutto questo cerco di prendere gli aspetti positivi: finalmente ora posso rivedere il lago dalla mia finestra, mi era mancato molto».

L’appello che Antonio Saldarini vuole lanciare a tutti è quello di non sottovalutare il virus e di rispettare le regole, per uscirne il più presto possibile. «E noi, quelli con il nome scritto su un camice blu, quelli senza volto, siamo contenti che tu sia tornato a casa» la risposta ad Antonio direttamente dai reparti del Sant’Anna attraverso i social. n 
Daniela Colombo

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