Turista annegato, ritrovato il corpo: era a oltre 200 metri di profondità

Gravedona I sommozzatori dei vigili del fuoco hanno riportato a riva il cadavere del 51enne tedesco finito in acqua per salvare il figlio

È stato ritrovato il corpo di Fraedrich Tim, il turista tedesco di 51 anni inghiottito dal lago martedì pomeriggio dopo che si era tuffato da un’imbarcazione noleggiata per aiutare il figlio dodicenne in difficoltà. La tragedia è avvenute al largo fra Gravedona e Piona, dove il fondale raggiunge i 193 metri di profondità, ma il corpo è stato trascinato altrove dalle correnti. Infatti i sommozzatori dei Vigili del fuoco e della Guardia costiera, che da ieri pomeriggio hanno fatto entrare in azione anche un apparecchio robot in grado di rilevare la presenza di un corpo ad elevate profondità, dove la visibilità è pressoché nulla, hanno ritrovato il cadavere a 203 metri di profondità.

L’altro pomeriggio la macchina dei soccorsi si era messa in moto nell’immediatezza, con i volontari della Guardia costiera ausiliaria usciti per prima assieme ai Vigili del fuoco di Dongo. Erano stati dapprima soccorsi la moglie e i figli della vittima, rimasti sconvolti a bordo dell’imbarcazione andata alla deriva verso Dongo, e prezioso è stato anche il lavoro dei carabinieri della Compagnia di Menaggio, che hanno anche fornito sostegno e assistito i famigliari stessi nei dolorosi ma necessari momenti delle formalità burocratiche del caso; è stata informata anche l’autorità consolare tedesca. Un elicottero e i sommozzatori della capitaneria di porto dei Vigili del fuoco avevano quindi iniziato a scandagliare il lago, senza peraltro individuare il corpo dello sfortunato manager di Usalr, cittadina della Bassa Sassonia.

E’ l’ennesimo caso di persona colta presumibilmente da malore dopo un tuffo in acqua dalla barca. Nel maggio del 2022 era accaduto a una turista francese di 54 anni in vacanza a Dongo con il marito: si era tuffata anche lei al largo di Piona senza più riemergere; individuata dopo diversi minuti dall’equipaggio di un’altra imbarcazione, era stata trasportata in ospedale in arresto cardiocircolatorio e per lei non c’era stato più nulla da fare. Identico epilogo nel giugno 2019 a Musso, con vittima la calciatrice svizzera ventiquattrenne Florijana Ismaili, tuffatasi al largo: il suo corpo venne ripescato nei giorni successivi a grande profondità. L’impatto con l’acqua fredda, come sottolineano gli esperti, può causare malori improvvisi e tuffarsi al largo può rivelarsi fatale.

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