Una sola parola: «Muovetevi!». La mobilitazione per la Regina

Viabilità Bandierine lungo la statale per sbloccare il cantiere della variante Tremezzina. Mancano risposte ai tanti dubbi e certezze sulla ripresa degli scavi, a Griante fermi da mesi

“Muovetevi!”. Tre mesi e mezzo dopo la mobilitazione che ha portato da un lato alla riapertura del cantiere della Variante alla Regina almeno a Colonno, dopo lo stop ai lavori di scavo del 16 aprile, e dall’altro alla decisione di Anas di sobbarcarsi in toto il milione e mezzo di euro necessario a garantire la presenza dei movieri sino al 2026, “La Provincia” torna in campo.

Segnali

Lo fa con migliaia di bandierine che già da ieri mattina sono comparse lungo il sinuoso tracciato della statale Regina. Semplice ed eloquente il messaggio - “Muovetevi!” - rivolto al prosieguo dei lavori della variante della Tremezzina, che - come documentato anche in questi giorni dal nostro giornale - rischiano di ripartire sì dal 2 settembre, ma con il freno a mano ancor più tirato e tra mille dubbi che nessuno riesce a chiarire.

Dubbi legati al conferimento dei materiali di scavo. In quota minore in uscita da Colonno e in larga parte quelli in uscita dal portale della Ca’ Bianca di Griante.

Problemi che si pongono da tempo e su cui non arrivano rassicurazioni. Anas a metà settimana ha chiarito in una nota che i lavori di scavo dal 2 settembre ripartiranno a Colonno, ma senza alcun accenno a quanto accadrà all’interno delle tre gallerie di Griante, dove una, la principale, non è stata nemmeno iniziata. In questo contesto, già di per sé poco rassicurante, va ricordato che l’ultima esplosione alla Ca’ Bianca di Griante risale all’8 febbraio scorso, dunque a sei mesi fa. Da lì in poi gli scavi sono stati sospesi, lasciando la galleria di svincolo avanzata di soli 65 metri e la galleria di servizio con uno scavo di poco più di 200 metri.

Incertezze

Quel “Muovetevi!” che funge da slogan a una strada - la statale Regina - aggrovigliata su se stessa raccoglie appieno l’appello rivolto dai sindaci ad Anas ed al ministero delle Infrastrutture, entrambi presenti all’ultimo Tavolo di coordinamento sulla variante convocato a Villa Gallia dal prefetto Andrea Polichetti e dal presidente provinciale Fiorenzo Bongiasca.

«Il territorio ha bisogno di informazioni e tempi certi», hanno rimarcato i sindaci, dopo che negli ultimi mesi il cantiere ha progressivamente rallentato la marcia, in maniera evidente a tutti. I sessanta camion che ogni giorno dovevano partire per Tirano con i detriti, ad esempio, annunciati dal ministro Salvini, si sono visti soltanto a spot.

Nel groviglio di decisioni che hanno accompagnato l’avanzamento del cantiere è finita anche la galleria di servizio a Colonno, quella in cui avrebbe dovuto operare l’avveniristica fresa meccanica a piena sezione - la Tbm, poi sparita dai radar - sostituita da un “piano b” che Anas sta trattando con l’impresa. Nel frattempo anche questo scavo è stato sospeso.

Ancora più ingarbugliata la situazione a Griante, dove ora la partita per il conferimento dei materiali di scavo contenenti arsenico naturale è affidata a un Collegio consultivo tecnico, presieduto (secondo quanto si è appreso) da un magistrato e che dovrà mettere ordine nelle discussioni “di natura contrattuale” (e “non di natura tecnica”, come rimarcato dalla stessa Anas) in essere tra Anas e impresa.

Questo per dire che il taglio del nastro programmato da Anas per il 10 aprile 2028 sin d’ora dovrà essere (ri)calendarizzato. Anche se visto l’andazzo, parlare a questo punto di fine dei lavori appare quantomeno azzardato.

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