Cronaca / Lago e valli
Mercoledì 07 Dicembre 2022
Una strana storia in Valle Intelvi: trovate tomba e bara in una scarpata. E adesso la Procura indaga
Ritrovamento misterioso Gli operai comunali le hanno viste a Pellio in una discarica abusiva con altri oggetti
È una storia strana, su cui la Procura di Como ha deciso di andare a fondo, quella avvenuta nella giornata di lunedì pomeriggio a Pellio.
Alcuni dipendenti del Comune di Alta Valle Intelvi, mentre erano impegnati in via Lem nella pulizia di un’area in fondo ad una riva scoscesa, hanno infatti rinvenuto resti di una bara e anche di una lapide. Entrambi erano riconducibili ad una stessa persona.
Ovviamente, i resti di bara e lapide non avrebbero dovuto trovarsi in quel punto di Pellio. Da qui è partita prima la chiamata ai carabinieri della stazione di Alta Valle Intelvi, poi alla Procura di Como.
La segnalazione è dunque stata girata sul tavolo del pubblico ministero di turno, la dottoressa Antonia Pavan.
La bara e la lapide, da quanto è stato possibile comprendere, erano risalenti ad un periodo di almeno cinquanta, sessanta anni fa.
Si trovavano in un punto dove erano stati accatastati diversi rifiuti, tra cui mobili e altri oggetti, che i dipendenti del comune di Alta Valle Intelvi stavano levando per bonificare l’area. Ed è stato proprio in quel momento che da quella sorta di discarica (abusiva) sono comparsi anche i resti della bara e della sua lapide.
I militari della Compagnia di Menaggio lavoreranno ora per cercare di risalire, come primo gradino, ai parenti del defunto e, di conseguenza, anche al camposanto dove avrebbe dovuto essere sepolto.
In una seconda fase bisognerà poi valutare se si sia trattato di una violazione della tomba oppure, molto più probabilmente, uno smaltimento illecito magari dopo il trasporto dei resti in un ossario. L’ipotesi al vaglio sarebbe in questo momento solo quella (si fa per dire) di abbandono di rifiuti.
In ogni caso, ed è questo il punto di partenza di questa insolita vicenda, i resti della bara e della lapide non avrebbero dovuto trovarsi in fondo a quella riva scoscesa lungo la via Lem di Pellio, trovati per caso durante le fasi di pulizia che stavano attuando degli uomini del comune della Valle Intelvi.
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