Valsolda: “Spiava” la vigilessa
L’ex comandante
indagato dalla Procura

L’inchiesta partita dalla denuncia della donna. Miceli accusa il commissario Pagano per due incarichi, ma avrebbe controllato i movimenti della collega

L’ex comandante della polizia locale di Valsolda è indagato dalla Procura distrettuale di Milano con l’accusa di accesso abusivo al sistema informatico che gestisce le telecamere di sicurezza del Comune. Ed è proprio la denuncia che ha dato il via al fascicolo d’indagine a carico dell’ex capo dei vigili ad aver causato la reazione di Salvatore Miceli, autore di un esposto contro l’attuale commissario prefettizio di Valsolda, Angela Pagano.

L’inchiesta è scattata lo scorso autunno dopo che la vigilessa, sottoposta di Miceli, durante un accesso per lavoro al software che controlla le telecamere di sicurezza di Valsolda ha scoperto che il numero di targa della sua auto privata era stato inserito tra quelli da monitorare. Ovvero: il sistema registrava e conservava tutti i passaggi sotto il portale che legge le targhe dell’auto della vigilessa. Quando l’agente l’ha scoperto, si è subito rivolta alla commissaria prefettizia che ha informato i carabinieri. Da quell’inchiesta è nato anche un procedimento disciplinare a carico di Miceli che, dopo due mesi, è stato licenziato con provvedimento firmato dal segretario comunale Maria Ciraulo.

Da quanto è emerso la vigilessa avrebbe anche raccontato di episodi passati in cui il suo superiore avrebbe cercato di controllarla.

L’esposto

La risposta di Miceli è stato un esposto inviato alla Procura di Como in cui si accusa il commissario prefettizio di atti persecutori nei suoi confronti e in cui si adombrano irregolarità su due incarichi affidati da Angela Pagano. Il primo si riferisce all’ingegnere incaricato di controllare il corretto funzionamento dei sistemi di sorveglianza. Secondo l’ex capo dei vigili il professionista (che tra l’altro figura anche nell’elenco dei consulenti tecnici del Tribunale) non sarebbe stato in regola con il Durc (il documento unico di regolarità contributiva).

Il secondo riguarda la decisione di incaricare l’avvocato Giuseppe Gallo, esperto di diritto di lavoro, come consulente del Comune nel procedimento disciplinare aperto a carico dell’allora comandante della polizia locale. Procedimento che si è concluso con il licenziamento del capo dei vigili non solo per il presunto utilizzo illecito del sistema di videosorveglianza, ma anche per asserite violazioni alla legge sulla privacy e allo statuto dei lavoratori, nella parte in cui si vieta al datore di lavoro il controllo a distanza dei sottoposti.

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