Caduta fatale a Santa Margherita: va a funghi e precipita nel canalone

Valsolda Tragedia nella tarda mattinata sui monti impervi tra Lanzo d’Intelvi e il Ceresio. L’amico l’ha visto cadere, ma ha perso il telefono ed è dovuto scendere a lago per chiedere aiuto

È caduto ieri in zona impervia sopra Santa Margherita, ed è morto per le ferite riportate. Tragedia ieri mattina sopra la località della Valsolda, ma sull’altra sponda del Ceresio rispetto al paese, raggiungibile in barca o dall’alto, da Lanzo, attraverso zone scoscese e ormai senza più sentieri.

La vittima, Natale Bonacina, classe 1950, residente a Milano, aveva deciso di salire nei boschi della Val d’Intelvi assieme a un amico in cerca di funghi. Per una errore di valutazione o scarsa conoscenza dei luoghi , i due sono scesi troppo, fini a trovarsi su un versante pressoché verticale, invaso dalla boscaglia e senza più sentieri.

La scelta

A quel punto hanno deciso di continuare nella discesa, confidando forse di raggiungere presto il fondo valle, ma uno dei due è precipitato in un canalone.

L’allarme non è scattato nell’immediatezza, perché l’amico aveva perso il suo telefono ed è dovuto scendere, rischiando davvero la vita anche lui, fino al lago, a Santa Margherita (Lanzo è a 900 metri di quota, il Ceresio a 275, ndr),dove ha incontrato finalmente qualcuno.

In zona sono salite due squadra della Stazione Lario Occidentale e Ceresio del Soccorso alpino, mentre il servizio 118 ha fatto decollare l’elicottero dalla base di Milano. Sono iniziate le ricerche, a cui hanno collaborato, salendo dal basso, anche due residenti che si trovavano Santa Margherita in barca.

Il corpo senza vita è stato individuato in fondo a un canalone dopo un’attenta perlustrazione a bordo dell’elicottero, in un’area invasa dalla boscaglia e non facilmente raggiungibile; due tecnici del Soccorso alpino sono stati quindi calati fin lì col verricello per recuperare il corpo del pensionato milanese. Le operazioni, a cui hanno collaborato anche i Vigili del fuoco di Dongo e di Menaggio, non sono state certo agevoli e si sono protratte fino ad oltre le 15. La procura ha subito dato la salma alla famiglia senza disporre l’autopsia.

L’area

La tragedia si è consumata sul versante nord, di fronte a Oria, dove chi conosce bene la zona riferisce che è a dir poco azzardato avventurarsi. Da capire se fosse la prima volta che la vittima e l’amico perlustrassero i boschi o se pur conoscendoli, abbiano perso ad un certo l’orientamento fino ad abbassarsi troppo trovandosi quasi intrappolati su un versante impossibile dove anche risalire era ormai un’impresa. La scelta è stata di proseguire e, quando è avvenuto il dramma, per l’amico è iniziato l’incubo. Solo, senza più telefono cellulare, con davanti a sé un versante da inferno. E’ sceso con la forza della disperazione, scivolando giù per lo più seduto a terra, fino a quando ha notato qualche casa là sotto. La magistratura non ha ritenuto di richiedere l’autopsia e la salma è stata subito restituita ai famigliari. E’ l’ennesimo dramma legato alla ricerca funghi in territorio lariano. I boschi, come suggeriscono gli esperti, vanno conosciuti ed è bene non spingersi mai in luoghi impervi

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