Variante, accordo lontano tra Anas e impresa

Tremezzina Alcune indiscrezioni parlano di stallo: difficile che durante il vertice di giovedì arrivino buone notizie

Più che i lavori quasi azzerati a Colonno a preoccupare per quanto concerne le sorti del cantiere della variante della Tremezzina è un’indiscrezione - confermata anche dalla quasi totale assenza di personale sul cantiere - emersa nelle ultime ore e cioè che a valle della determina del Collegio Consultivo Tecnico - datata 3 dicembre - potrebbe non esserci ancora l’auspicato accordo tra le parti ovvero tra Anas e impresa.

Se così fosse, si allontanerebbe inevitabilmente la data della ripresa su larga scala delle attività di cantiere, a cominciare dalle “volate” tramite esplosivo, fase fondamentale dalla quale far ripartire l’infrastruttura di gran lunga più attesa sul territorio lariano (e non solo).

L’allarme

Per conoscere i dettagli della vicenda bisognerà attendere giovedì le parole del responsabile della Struttura Territoriale Anas Lombardia, l’ingegner Nicola Prisco, che per “sopraggiunti impegni inderogabili” non aveva potuto presenziare all’incontro inizialmente fissato per la scorsa settimana, poi slittato di una settimana (“Nessun caso”, ci aveva fatto sapere Anas). È probabile, queste le avvisaglie delle ultime ore, che il Collegio Consultivo Tecnico avrebbe fatto una valutazione in merito - questo il punto principale della vicenda - rispetto alle note problematiche che abbiamo più volte raccontato relative al trasporto ed al conferimento dei materiali contenenti arsenico naturale (da Griante) e idrocarburi (da Colonno).

Valutazione che, a questo punto, potrebbe non essere stata ritenuta congrua dall’impresa, il Consorzio Sis. In altre parole, si ipotizza che il Collegio Consultivo Tecnico avrebbe indicato la strada (per rimanere in tema) da seguire, poi però le parti avrebbero mantenuto posizioni economicamente distanti. Quindi Anas giovedì potrebbe annunciare al prefetto Corrado Conforto Galli, al presidente provinciale Fiorenzo Bongiasca, a Regione Lombardia rappresentata dall’assessore Alessandro Fermi ed ai sindaci di aver tentato il possibile (e oltre) per sbloccare la situazione d’impasse, ma al momento di non aver trovato la chiave di volta per far ripartire il cantiere soprattutto per quel che concerne il core business dello stesso ovvero le “volate” tramite esplosivo.

Il confronto

E questo spiega il motivo per cui al momento l’attività a Colonno si è quasi azzerata, pur avendo la possibilità di far ripartire le “volate” nelle more dell’approvazione della perizia di variante, che - nella nota Anas dello scorso 8 gennaio - veniva indicata come l’atto immediatamente successivo (30 giorni lavorativi le tempistiche per redigerla) l’interlocuzione tra Anas e impresa.

Giovedì, qualora questi voci trovassero conferma, Anas dovrà riferire nella sede istituzionale preposta (ovvero la Prefettura) quale percorso seguirà ora l’iter realizzativo della variante. Inevitabilmente si andrebbe verso un nuovo fermo del cantiere con annesso braccio di ferro - ad esempio - per quelle che sono le spese generali (anche) di questa fase interlocutoria, contrassegnata da una quasi completa inattività del cantiere. Il tutto mentre incombe la stagione turistica con i volumi di traffico che di settimana in settimana sempre più mal si concilieranno con il traffico lungo la Regina.

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