Variante, altra beffa: vertice rinviato

Il caso L’incontro con Anas previsto per oggi è stato spostato al 20 febbraio «per impegni inderogabili». Oltre che del cantiere si doveva discutere dell’ordinanza per bus turistici e tir

«Per sopravvenute esigenze organizzative» o «per sopraggiunti impegni inderogabili» che dir si voglia, il dato oggettivo - che per il territorio suona come l’ennesimo campanello d’allarme - è che l’atteso summit sulle sorti della variante della Tremezzina inizialmente convocato per oggi pomeriggio in prefettura a Como è slittato a giovedì prossimo, dunque di una settimana, a metà mattinata.

Altro ritardo

La necessità di rinviare il summit istituzionale - a corredo del quale, insieme al tema caldo della prosecuzione di un cantiere che da mesi sta andando a singhiozzo, figurava anche un altro argomento di stretta attualità come il ripristino dell’ordinanza Anas per bus turistici e mezzi pesanti da metà marzo - è stata formalizzata nel tardo pomeriggio di martedì da Anas al prefetto Corrado Conforto Galli, che poi l’ha comunicato ufficialmente a tutti i partecipanti, vale a dire presidente provinciale, sindaci, questore, dirigente della Polstrada Lombardia e comandante provinciale dell’Arma.

Inevitabile il disappunto emerso pur sotto traccia in giornata, anche perché dal 3 dicembre in poi e cioè dalla determina del Collegio Consultivo Tecnico, convocato per dirimere la questione - anzitutto economica - in essere tra Anas e impresa, nulla si è saputo sulla possibile ripresa dei lavori di scavo ai due portali di Colonno e Griante.

I vertici di Anas Lombardia - secondo quanto si è appreso - sarebbero stati convocati dal nuovo “ad” di Anas, non è dato sapere se per questioni generali o per parlare nel dettaglio del «caso variante della Tremezzina». E così dopo tre anni e tre mesi di cantiere, ci si ritrova con 520 metri di galleria principale “Comacina” scavati sui 3,5 chilometri totali e con le “volate” tramite esplosivo ferme da agosto a Colonno e da febbraio 2024 a Griante. Di sicuro la vicenda, in cui di mezzo ci sono (tanti) milioni di euro, è delicata. Anas avrebbe formalizzato una sua proposta, che ora l’impresa dovrà o meno accettare. Il cantiere nel frattempo sta procedendo a ranghi ridotti, con poche maestranze al lavoro soprattutto a Colonno. In giornata si è poi saputo che Anas avrebbe ipotizzato di rinviare l’incontro a martedì e questo potrebbe apparire come un segnale rassicurante, almeno dal punto di vista istituzionale. La decisione ultima è caduta su giovedì prossimo.

Tanti dubbi

È chiaro che questo rinvio alimenta i dubbi sull’intesa (ancora) da trovare tra le parti. Intesa che rappresenta una delle tre ipotesi che ieri il nostro giornale ha formulato in vista del summit odierno, poi posticipato di una settimana ovvero che l’impresa non abbia ancora risposto alla proposta avanzata da Anas e che dunque l’accordo - in primis economico - sia ancora lontano. Le altre due ipotesi riguardano l’avvenuto accordo, anche se la ripresa delle “volate” tramite esplosivo non sarebbe dietro l’angolo e terza (e nefasta) ipotesi, lo stop definitivo a qualsiasi possibilità di conciliazione e dunque l’avvio verso i titoli di coda di questi tre anni e tre mesi di cantiere.

Il tema resta inevitabilmente di stretta attualità. Al momento sindaci e amministratori hanno scelto il basso profilo. È chiaro però che una risposta in un senso o nell’altro andrà data.

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