Variante, falsa ripartenza. Si lavorerà senza esplosioni

Cantiere Dopo il mese di ferie gli scavi rimangono fermi, sia a Colonno sia a Griante. Si attende un intervento di Anas: nonostante le promesse del ministro non si è mosso nulla

Come si temeva, e come avevamo preannunciato nei giorni scorsi, oggi dopo le ferie ripartirà il cantiere della Variante della Tremezzina, ma senza gli scavi con l’esplosivo. Il che significa che parlare di ripresa, francamente, è pleonastico. La “riapertura” arriva dopo un mese di stop - in realtà sono due, visto lo stop agli scavi nella galleria Comacina a Colono - ma il cantiere continuerà a segnare il passo. Stamattina torneranno gli operai, a ranghi ridotti e riprenderanno a lavorare, ma senza gli scavi con l’esplosivo.

Silenzio

“Volate” che, secondo le indiscrezioni raccolte e pubblicate già alcuni giorni fa su queste colonne, non riprenderanno né nella galleria di servizio Comacina (quella in cui avrebbe dovuto operare la maxifresa Tbm che invece non vedremo mai) né dentro la galleria principale, quella finora scavata per circa 550 metri sui 3 chilometri e mezzo di tracciato. Il perché di questo nuovo e clamoroso stop, Anas avrà modo di spiegarlo nei prossimi giorni. Il rischio concreto è che si ripeta il film già visto lo scorso 16 aprile, quando le esplosioni terminarono da un giorno con l’altro, con il cantiere ridotto all’ordinaria amministrazione.

In quell’occasione, dopo le proteste del territorio, era intervenuto di persona il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che a Colonno lo scorso 3 maggio (in piena campagna elettorale per le europee, ndr) aveva assicurato la celere ripresa degli scavi, con 60 camion in uscita dal portale di Colonno carichi di detriti da portare a Tirano.

In realtà 60 camion sono usciti solo qualche sporadica volta, poi hanno continuamente rallentato sino a fine giugno. Quale sia esattamente il problema per la sospensione degli scavi a Colonno, ufficialmente non è dato sapere. Una delle possibili cause - che il nostro giornale ha già ventilato - è quella legata al conferimento dei detriti della galleria, che contengono idrocarburi naturali, e che fin qui sono stati smaltiti a Tirano. Ma in Valtellina l’assorbimento di queste quantità non è più garantito, e l’impresa si trova obbligata a scelte diverse. Scelte non ancora individuate e che, quali esse siano, comportano ulteriori costi, sui quali confronto con Anas non è giunto ad alcuna soluzione.

Scenari

A giorni Anas dovrebbe avere un quadro più dettagliato della situazione, ma anche a ipotizzare un intervento a gamba tesa dell’azienda appaltante, difficilmente le volate potranno riprendere. E si aprono scenari ora impossibili da ipotizzare. La maggior parte dei quali sono foschi.

Tutto quanto abbiamo fin qui scritto si riferisce al portale sud. Va tenuto presente che la situazione a quello nord, a Griante, è ancora peggio: lì si sta giocando una partita milionaria a sé, per definire il problema del conferimento del materiale di scavo che contiene arsenico naturale: per conferirlo occorrono tra i 30 ed i 40 milioni di euro in più rispetto al previsto, che Anas dovrà garantire in prima persona.

Insomma, una situazione talmente ingarbugliata che solo un Commissario straordinario - a detta di molti amministratori pubblici - potrebbe affrontare di petto e, speriamo, risolvere. Certamente l’argomento sarà trattato dal Tavolo sui problemi della Regina, che sarà convocato a breve dal neo prefetto Corrado Conforto Galli.

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