A Veleso c’è una torre che cade a pezzi. E una raccolta di firme per salvarla

Veleso La costruzione risale al XV secolo ed è il simbolo del piccolo paese. Petizione social per sensibilizzare la Soprintendenza. E grande successo

Oggi proprietà privata, la costruzione (chiamata indifferentemente castello o, anche, torre) risale ad antica origine, almeno al XV secolo, epoca in cui ebbe il suo momento di massima importanza quale torre di avvistamento del passaggio dei nemici. Da alcuni anni questa torre è danneggiata, tanto che in passato furono emesse ordinanze finalizzate al suo recupero da parte dei proprietari.

Cosa, certo, non da poco: la torre, infatti, insiste per un lato sulla pubblica via e, dunque, un malaugurato crollo, anche se parziale, avrebbe avuto ripercussioni non solo sui malcapitati che in quel momento si fossero trovati a passare sulla sottostante arteria, ma anche sulla medesima amministrazione comunale velesina, proprietaria della strada.

La leggenda degli amanti

Trascorsi gli anni, la situazione è ulteriormente peggiorata, tanto che un gruppo di cittadini si è mobilitato con una petizione volta a salvare la torre che è conosciuta in paese anche come “castello degli amanti”. Narra infatti la leggenda che Andefleda, regina e moglie di Teodorico re degli Ostrogoti, fosse stata sorpresa dal marito in “intimi colloqui” con un paggio (in verità, una leggenda assai simile dice pure che la briosa regina fosse solita frequentare, per i medesimi motivi, il Pian del Tivano, in territorio comunale di Zelbio). La storia non racconta quale fu la reazione del regale consorte; la leggenda di Andefleda, del suo giovane amico e del furente marito è stata tuttavia tramandata fino alla nostra epoca, insieme a quel castello (lo si chiami pure maniero o anche, come detto, torre di avvistamento) che ancora oggi, pur nelle forzatamente mutate forme, fa bella mostra di sé lungo la via che conduce dal palazzo municipale velesino al Ristorante Bellavista, altra gloria locale del piccolo paese aggrappato sulle falde del Monte San Primo.

Ora, a fronte di una situazione che viene definita dai più preoccupante, la cittadinanza si è appunto mossa con una petizione volta a ripristinare lo stato dei luoghi, certamente dal punto di vista della sicurezza pubblica, ma anche per quanto riguarda la scenografia del paesaggio.

Il promotore

Dice Pier Cofferati, già candidato sindaco e consigliere di minoranza in paese, promotore di una raccolta di firme a mezzo Facebook “Salviamo la torre (castello) di Veleso”. «La sorte di questa ultrasecolare costruzione è da anni oggetto di attenzione ed è stata dibattuta anche in Consiglio comunale. In questo periodo, l’interesse si è riacceso proprio in virtù della petizione, grazie alla quale auspichiamo sia un coinvolgimento di Enti quali la Sovrintendenza o il FAI, sia uno stanziamento di fondi necessari al recupero della struttura».

La speranza di tutti è che la torre di Veleso torni presto a risplendere, magari facendo riecheggiare (come racconta la storica narrazione del vicino Pian del Tivano) la voce della regina Andefleda e del suo giovane amico, i cui lamenti, nelle notti di tempesta, ancora si odono nella boscaglia.

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