Aumento del prezzo della benzina, la parola all’esperto

Intervista Marco Vertemati, responsabile commerciale della Pezzoli Petroli srl di Bregnano: «Mai vista una situazione così grave da decenni»

Non è solo “colpa” delle accise se benzina e gasolio costano di più. L’origine del rincaro è in un puzzle di concause, anche se resta il fatto che «dagli anni Novanta, quello che stiamo vivendo nell’ultimo anno e mezzo è qualcosa che non ha uguali: questa situazione è assolutamente la peggiore mai vista, perché oltre al problema dei prezzi c’è anche un problema di approvvigionamento e disponibilità del prodotto. Faccio questo lavoro da fine anni ’90 e non ho mai visto nulla di simile».

A parlare è Marco Vertemati, responsabile commerciale della Pezzoli Petroli srl di Bregnano, azienda leader nella commercializzazione di prodotti petroliferi all’ingrosso. Vertemati aggiunge: «ho vissuto sia la crisi delle Torri Gemelle che quella finanziaria del 2008, ma questa, tra pandemia e guerra e guerra in Ucraina, è unica».

.

Le criticità maggiori

L’azienda di Bregnano mostra alcune criticità importanti del mercato e del costo del gasolio. «Noi andiamo in raffineria a comprare il prodotto finito e lo rivendiamo all’ingrosso ai privati, alle aziende e ai trasportatori, non abbiamo stazioni di servizio al dettaglio, ma vediamo che le componenti politico-sociali sicuramente intervengono a determinare le oscillazioni delle materie prime, che si ripercuotono sulla filiera. Quella petrolifera è divisa in due parti, una delle compagnie che fanno l’estrazione e la ricerca del greggio e lo portano alle raffinerie e l’altra che dalla raffinazione arriva al dettaglio e in questa filiera i problemi sono molti e determinano l’aumento del prezzo. Sicuramente la guerra ha avuto riflessi negativi sul costo del prodotto petrolifero perché alcune raffinerie italiane usavano prodotto russo che ora è sotto embargo – spiega Vertemati - La raffineria di Priolo, per esempio, era di proprietà russa. Tutte le raffinerie che compravano prodotto russo non hanno più potuto acquistarlo: è mancata buona parte del prodotto a buon prezzo e si è dovuto andare a prenderlo altrove e a prezzi più alti».

Le accise scontate dal governo Draghi

Un altro motivo dei rincari dei prodotti petroliferi è legato alle stranote accise che erano state scontate dal governo Draghi. Invece, il costo della materia prima, benché aumentato «è stato inferiore, secondo quanto si legge sui siti di Assopetroli – precisa il responsabile commerciale – dell’aumento determinato dallo stop allo sconto delle accise. La speranza è che le tensioni politico-economiche si calmino e facciano rientrare il mercato perché il vero problema è l’instabilità». La non certezza degli aumenti è infatti il nodo da sciogliere: «Lo scenario incerto, secondo me, rimarrà tale per tutto il 2023 ed è ciò che preoccupa gli operatori. A dare problemi non è solo il fatto che il prezzo sia alto o basso, ma la mancanza di stabilità. Le aziende che devono fare un budget dei costi devono sapere quanto costa il gasolio. Il fatto che oggi costi, per esempio, 1 euro e 80 e forse tra due mesi 2 euro e 30 è un problema. Le variazioni isteriche sono il primo feedback dei nostri clienti che faticano a comprendere come ci siano giornate di grossi approvvigionamenti, perché c’è in previsione un aumento, e poi di lì a pochi giorni c’è una flessione incredibile con prezzi in discesa. Questo incide pure sulla parte logistica e la gestione delle scorte».

Anche la lievitazione dei costi di trasporto pesa: «Se il prezzo del prodotto aumenta, siamo costretti ad aumentarlo anche noi. È aumentato anche il prezzo del trasporto su gomma per l’aumento del gasolio che noi vendiamo, ma mettiamo anche nei nostri automezzi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA