Cronaca / Olgiate e Bassa Comasca
Mercoledì 31 Luglio 2024
Cittadinanze facili, arrestata impiegata dell’anagrafe. Perquisizioni in quattro Comuni
L’inchiesta Blitz a Uggiate. In cella un’intermediatrice: aiutati 171 brasiliani a diventare italiani. Sequestri anche a Rodero, Blevio e Cucciago.
Se esce un controllo... «Tutti in galera!». Mancano pochi giorni a Natale. la responsabile dell’anagrafe del Comune di Uggiate Trevano (prima della fusione con Ronago), parla con un’amica. La conversazione viene catturata dalle microspie piazzate dai poliziotti della squadra mobile di Como, che con gli agenti della polizia locale Terre di Frontiera da qualche mese indagano su un giro di cittadinanze italiane facili. Conversazione, quella tra le donne, che sette mesi dopo è diventata realtà.
Gli agenti della Questura di Como hanno dato esecuzione, ieri mattina, a due ordinanze di custodia cautelare: ai domiciliari per Isabella Barelli, 52 anni di Bizzarone, addetta all’anagrafe, in carcere per l’amica Cinthia Roberta Goncalves, brasiliana con casa a Morbio Inferiore, in Canton Ticino.
Le accuse
L’accusa per entrambe è di falso in atto pubblico e di falso ideologico. In meno di due anni attraverso il riconoscimento di residenze inesistenti sarebbero riuscite a far ottenere la cittadinanza italiana a ben 171 brasiliani. Sotto indagine altre quattro persone, ovvero i proprietari delle abitazioni dove questo piccolo esercito carioca avrebbe risieduto.
L’indagine nasce grazie alla segnalazione di un’altra dipendente del Comune di Uggiate. Che si è rivolta agli uomini della polizia locale Terre di frontiera dopo aver notato, negli uffici dell’anagrafe, la presenza pressoché contemporanea di oltre sessanta fascicoli per riconoscimento di cittadinanza italiana ad altrettanti brasiliani. Un numero mai visto prima e clamoroso, per una piccola realtà come Uggiate. Le prime indagini della polizia locale, in effetti, consentono di accertare diverse stranezze. Come ad esempio il fatto che tutti quei brasiliani avrebbero condiviso in soli tre mesi la stessa casa in via Mulini. O, ancora, che la cittadinanza arrivava in tempi record.
Lo iure sanguinis
A questo punto vale la pena chiarire l’iter. I cittadini brasiliani in questione hanno tutti una discendenza italiana diretta. Quindi se risiedono stabilmente in Italia hanno diritto alla cittadinanza “iure sanguinis”, cioè per discendenza. Avrebbero potuto averla anche stando in Brasile, ma con tempistiche decisamente più lunghe: anche dieci anni.
Secondo l’accusa la Goncalves, titolare di un’agenzia di intermediazione brasiliana, si sarebbe allora ingegnata per far ottenere lo status in tempi celeri. Come? Organizzando un pacchetto a pagamento (3.500 euro più il viaggio) per far venire in Italia cittadini brasiliani con parentele tricolori, far ottenere loro un certificato di residenza fittizio e, grazie a questo, dimostrare l’inesistente status di dimora abituale e ottenere così l’iscrizione all’anagrafe.
Il tutto grazie all’aiuto indispensabile dell’addetta all’anagrafe di Uggiate.
Gli agenti della squadra mobile hanno scoperto, nel corso dell’indagine, che le richieste - indispensabili per l’iter - di accertamento della effettiva residenza, venivano predisposte e protocollate ma mai inoltrate alla polizia locale; che gli accertamenti di residenza venivano compilati e sottoscritti direttamente da Isabella Barelli; che l’iter si chiudeva in pochi giorni.
Già nel 2022, si è scoperto nel corso dell’indagine - coordinata dal pm Antonia Pavan - erano stati iscritti come residenti in via Romazzana a Uggiate ben 36 brasiliani richiedenti cittadinanza italiana. Siccome il proprietario dell’immobile aveva deciso di segnalare il sospetto che ignoti stranieri avessero realizzato una residenza fittizia al suo indirizzo, l’addetta all’anagrafe è dovuta correre ai ripari, cancellando tutti i 36 cittadini carioca da quella via e iscrivendoli in via della Solidarietà. Che, però, è una via fittizia istituita per consentire l’iscrizione anagrafica delle persone senza fissa dimora. Insomma: persone senza dimora che diventavano italiani perché dimostravano di avere una dimora abituale nel nostro Paese.
Ieri mattina il blitz. E il duplice arresto.
I poliziotti hanno effettuato perquisizioni e acquisizioni di documenti anagrafici anche in altri tre comuni della provincia: a Rodero, a Blevio e a Cucciago.
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