Comune unico, il parroco: «Il patrono sia San Giuseppe»

Uggiate con Ronago La proposta lanciata ai fedeli durante la messa da don Sandro Vanoli. Un omaggio al beato Ambrosoli e al Santuario di Somazzo

Un Comune unico, un patrono unico: San Giuseppe. E’ la proposta di don Sandro Vanoli, parroco della Comunità pastorale di Uggiate – Ronago, rivolta domenica alle autorità e al popolo presenti alla Messa solenne nel giorno dedicato a Padre Giuseppe Ambrosoli, medico e missionario comboniano, beatificato l’anno scorso.

A San Giuseppe è intestato il santuario sul colle di Somazzo, ad Uggiate; Padre Giuseppe è nato a Ronago; è il primo beato italo – ugandese e delle Terre di Frontiera. Due nomi uguali, una medesima fede e un medesimo spirito per l’umanità, ha spiegato Don Sandro che già nei mesi scorsi aveva suggerito il patrono unico per le località ora fuse in un solo Comune e il commissario prefettizio, Giorgio Zanzi, aveva accolto con favore il nome, rinviando la decisione ai successori.

«Don Sandro ci ha lanciato un assist. Ne parleremo »: è la prima reazione del sindaco Ermes Tettamanti che ha assistito alla cerimonia con gli assessori Vittore Varsalona, Giacomina Arrighi e la capogruppo di maggioranza Silvia Galli, presente anche Sandro Ambrosoli, fratello di Padre Giuseppe, nella chiesa di Ronago gremita, fedeli sopraggiunti anche da fuori.

La ricorrenza

La ricorrenza del patrono ha effetti civili, con la chiusura di attività e scuole. Ora il patrono di Ronago è San Vittore, 8 maggio e compatrono è San Defendente, 2 gennaio; i patroni di Uggiate sono i Santi Pietro e Paolo, 29 giugno e il 19 marzo, festa secolare di San Giuseppe, è vacanza per le scuole uggiatesi e i frontalieri, poiché in Canton Ticino è giorno festivo. Il 19 marzo diventerebbe così festa patronale per tutti quanti.

Poi è cominciata la Messa, decorata dalle voci e dagli strumenti del nuovo gruppo uggiatese – ronaghese “Eco_Canti nella gioia”, concelebrata insieme a Padre Egidio Tocalli, medico e missionario comboniano che, nella missione di Kalongo, ha condiviso la vita, le fatiche e le speranze di Padre Giuseppe, fino al momento estremo. «Kalongo è nel fango: la povera gente, malata e sofferente – ha detto – non riesce neppure a raggiungere l’ospedale. Che il Signore dia forza al nuovo arcivescovo, comboniano, per chiedere aiuto alle autorità ugandesi per realizzare almeno una strada».

In contemporanea, a Kalongo, era in corso una cerimonia come quella di Ronago, a conferma del filo che unisce le due comunità, qui tenuto stretto dal Gam, Gruppo di Appoggio Missionario che sabato sera ha organizzato una veglia in memoria di Padre Giuseppe, con preghiere per la sua gente.

Le opere a Kalongo

«Kalongo, l’ospedale, la scuola per ostetriche, gli ambulatori: è il sogno di Dio che si è realizzato attraverso Padre Ambrosoli», ha ricordato Don Sandro che prendendo spunto dal Vangelo del giorno sulla moltiplicazione dei pani, ha esortato « a farci carico dei poveri », sull’esempio di Padre Giuseppe. « Ma non è importante quello che facciamo. Ma come lo facciamo. E anche quel poco va fatto per amore»: parole di Padre Giuseppe, incise nella Lettura d’Ufficio della ricorrenza.

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