Consacrato il nuovo altare: era atteso da sessant’anni

Fede Messa con l’arcivescovo Delpini ad Appiano Gentile: «Mi congratulo con voi». Il prevosto monsignor Villa: «È un sogno che si è concretizzato»

Dopo oltre sessant’anni la chiesa prepositurale ha un nuovo altare.

È stato inaugurato domenica nel corso di una solenne e molto partecipata messa presieduta dall’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, cui hanno preso parte numerosi sacerdoti, autorità (a cominciare dal sindaco di Appiano Gentile Fabrizio Rusconi), religiose, la confraternita, la corale, associazioni, collaboratori parrocchiali, bambini, ragazzi dell’oratorio e famiglie. Insomma la comunità nella sua massima espressione per condividere la solennità di un rito religioso dalla valenza storica.

Il nuovo altare, progettato dall’architetto Francesco Pavoncelli, sostituisce quello provvisorio degli anni ’60. L’intervento rispetta le nuove norme per la liturgia dal Concilio Vaticano II, che riguardano la centralità della mensa, lo spostamento a lato della sede per ridare importanza all’altare maggiore e piena visione del tabernacolo e la collocazione dell’ambone più prossimo ai fedeli.

La lunga attesa

Nella sua semplicità valorizza l’insieme della chiesa, ripropone decorazioni delle pavimentazioni del primo altare (quello in oro) e il colore marmoreo chiaro delle colonne. «È un sogno che si è concretizzato – ha detto il prevosto monsignor Erminio Villa - Oggi qui si realizza un progetto coltivato a lungo dai parroci che mi hanno preceduto e, per grazia di Dio e la collaborazione del buon popolo, siamo riusciti ad arrivare al compimento di quest’opera che dice il bello della Chiesa, non della chiesa monumentale, che pure ha la sua bellezza e il suo significato storico e artistico, ma il bello della chiesa comunità e questo rito esprime la pluralità di voci, la diversità dei servizi, le esperienze ecclesiali e civili».

L’altare simbolo della presenza di Dio attorno al quale la Chiesa è riunita nella celebrazione dell’Eucaristia. «Siamo qui a dire intorno a questo altare che vogliamo vincere la preoccupazione di sentirci abbandonati perché qui c’è una pietra che rimane come perenne insegnamento della presenza di Gesù – ha affermato l’arcivescovo – E vogliamo vincere la tentazione di bloccarci perché ci sentiamo inadeguati perché qui noi presentiamo il pane, il vino e noi stessi come cose da nulla e la parola di Dio ci trasforma nel Corpo del Signore. Intorno a questo altare noi vinceremo la tentazione di angustiarci perché qui ci troviamo a pregare e ad accogliere la pace del Signore».

«Grazie alla generosità dei fedeli»

Apprezzamento dall’arcivescovo per il nuovo presbiterio: «Mi congratulo per la bellezza di questo altare, ringrazio per essere riusciti a realizzarlo, grazie a tutti coloro che hanno contribuito». Al riguardo il prevosto ha aggiunto: «Non l’abbiamo pagato tutto, ma siamo a buon punto. La generosità è tanta. In cinque anni ho realizzato due sogni, sappiate che ne ho altri e voi mi avete dimostrato che è possibile sognare insieme».

Il prossimo potrebbe essere il riconoscimento a basilica della chiesa di Appiano. Nell’ambito dello scambio di doni (l’arcivescovo ha regalato una casula, mentre la parrocchia una riproduzione della chiesa con l’altare in primo piano) l’annuncio dell’imminente pensionamento del sacrestano, Carlo Girola, dopo 36 anni di servizio.

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