Crisi e assistenza alle famiglie: sempre più numerose quelle che non possono permettersi la Casa anziani

Il caso Prima del Covid, tre casi di rette non versate. Luciana Corti: «Con la pandemia siamo saliti a otto, ma prevediamo che aumentino a dodici su 82 persone»

L’aumento delle rette, a causa del caro energia e del rialzo dell’inflazione, preoccupa gli ospiti di Casa anziani e i loro familiari. In crescita, già in epoca Covid, i casi di famiglie che a causa della crisi economica generata prima dalla pandemia e poi dal caro vita accumulano mensilità che non riescono a pagare interamente alla scadenza. Casi quasi triplicati.

«Su 82 ospiti, in passato non superavamo i tre casi in un anno – spiega Luciana Corti, direttore della struttura di via Michelangelo – In epoca Covid eravamo arrivati a otto e, anche a seguito dell’adeguamento delle rette che si aggiunge a una serie di altri rincari che ricadono sulle famiglie, ci aspettiamo che possano salire a 10-12. Non si tratta di “furbetti”, ma di persone che realmente non ce la fanno a integrare la parte che la pensione del genitore non copre, perché a loro volta sono in difficoltà».

La situazione

Attualmente ammonta a 122mila euro l’importo di rette non incassate, su un totale di 1.740.000 euro.

La Fondazione Casa di riposo città di Olgiate gestisce con particolare sensibilità queste situazioni. «Quando le persone ci fanno presente la loro fatica a saldare interamente la retta affrontiamo insieme il problema. Le tranquillizziamo rispetto al timore che il proprio congiunto possa perdere il diritto di rimanere nella nostra Rsa – afferma il direttore – Facciamo un piano di rientro senza interessi. Se fossimo una Spa che deve fare utili non potremmo permettercelo, ma finché potremo continueremo ad andare incontro alle famiglie».

«Ci salva ancora l’avere una buona liquidità per pagare fornitori, dipendenti e contributi. Siamo stati costretti ad aumentare le rette del 5% (3 euro in più al giorno, in media 100 euro al mese) per una questione finanziaria di tenuta del bilancio altrimenti, a fronte degli aumenti dei costi energetici e dei rincari legati all’inflazione, nel rapporto costi e ricavi avremmo avuto perdite».

Aumento inferiore rispetto a quello applicato da altre strutture (15%), che consente di mantenere le tariffe della Rsa di Olgiate tra le più basse della Provincia di Como.

«La coperta è corta»

«Una famiglia che decide di portare il proprio caro in una struttura come la nostra si ritrova a pagare circa 1.900 euro al mese – spiega Corti – Quindi una cifra che nella maggior parte dei casi è molto superiore a quanto l’anziano percepisce di pensione. Ad oggi non abbiamo avuto reclami dai familiari dei nostri ospiti riguardo all’aumento delle rette; hanno compreso che non era nostra volontà applicarlo, ma siamo stati costretti soprattutto a causa dei rincari dei costi energetici. Gli stessi ospiti hanno capito le nostre motivazioni, ma sono preoccupati di dover chiedere aiuto ai familiari per far fronte alle rette, nel caso non abbiano o dovessero esaurirsi i risparmi messi da parte, per integrare quanto la pensione non copre del costo della retta. Per loro sarebbe come una umiliazione; c’è in gioco la loro dignità, non vogliono pesare sui figli. Va ripensato il concetto di welfare; dovrebbero essere alzati i contributi regionali, ma purtroppo la coperta è corta».

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