Elezioni a Binago: escluse 2 liste su 3

Verso il voto Manca un bollo: la Sottocommissione provinciale ha ricusato maggioranza e minoranza uscenti. Vitulo farà ricorso, Brai ci pensa. Sotto accusa l’ufficio elettorale Comunale: «Doveva provvedere o farlo presente»

Terremoto pre elettorale, escluse due liste su tre in corsa alle prossime amministrative. La Sottocommissione elettorale di Como non ha ammesso la lista presentata dalla maggioranza uscente “Esperienza e Rinnovamento”, che candida a sindaco il vicesindaco Maricla Vitulo, e quella della minoranza uscente “Binago in Movimento”, sostenuta da Fratelli d’Italia, che candida a sindaco il consigliere Maria Luisa Brai.

In attesa di conoscere l’eventuale decisione di ricorrere al Tar e l’esito dello stesso, al momento in campo resta soltanto la lista civica “Binago Alternativo” che candida a sindaco Alfredo Garavaglia.

Amarezza e delusione

I gruppi esclusi hanno ricevuto domenica sera il verbale di ricusazione da parte della Sottocommissione. È stata contestata la mancanza dei timbri di congiunzione sui fogli utilizzati nella raccolta delle firme. In sostanza i quattro fogli con le firme dei sottoscrittori sarebbero dovuti essere presentati pinzati e su ciascuno riportato il timbro del Comune, in modo da avere la certezza che le firme siano riferibili a quella specifica lista. L’atto non è stato dunque formato nel modo corretto secondo l’indirizzo dato in materia dal Consiglio di Stato. L’eventuale ricorso deve essere presentato al Tar entro tre giorni dal provvedimento di esclusione. In tempi altrettanto stretti (tre giorni) verrà fissata l’udienza in cui si deciderà la riammissione o meno.

Nell’arco di una settimana si dovrebbe avere una definizione della griglia di partenza alle prossime amministrative. La maggioranza farà quasi certamente ricorso, l’altra lista sta valutando questa opzione.

Tanta amarezza tra gli esclusi. «Non sono stati apposti nei moduli di raccolta delle firme dei sottoscrittori i timbri detti di congiunzione, che uniscono i vari fogli sui quali sono state apposte le firme. Il timbro è quello del Comune perché i privati candidati sindaci non hanno un timbro ufficiale - dichiara Vitulo - È stata una carenza di attenzione dell’ufficio elettorale del Comune. L’apposizione del timbro non è un adempimento dei presentatori delle liste. Il segretario comunale non ha provveduto ad apporre il timbro di congiunzione e ha consegnato questi moduli alla Sottocommissione elettorale di Como che si è accorta della irregolarità. Fa riflettere il fatto che due liste dello stesso Comune abbiano riportato il medesimo difetto. La lista “Esperienza e Rinnovamento” si riserva di fare ricorso al Tar contro il provvedimento».

Cosa fare adesso

È orientata in tal senso anche la lista “Binago in movimento”.

«L’errore, dal punto di vista della responsabilità oggettiva, è stato mio perché avrei dovuto conoscere la normativa - afferma Brai - Quando mi presentai nel 2019, mi furono dati dal Comune i fogli già timbrati. Stavolta ci è arrivato un messaggio dall’ufficio elettorale di scaricare i moduli dal sito del Ministero. Non ci è stato fatto presente che nell’atto separato andasse messa la mia firma, o il timbro del Comune prima di raccogliere le firme. Questo passaggio informativo è mancato. Avevo presentato copia delle firme martedì per dare tempo all’ufficio elettorale di fare i dovuti controlli, venerdì quando sono tornata per la presentazione ufficiale non mi è stata evidenziata l’irregolarità. Se fosse stato fatto, avremmo avuto sia noi, che l’altra lista il tempo per porvi rimedio».

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