Elisa, a 29 anni un’azienda agricola: «Non vorrei fare nient’altro»

Appiano Gentile Ha 29 anni e, durante la pandemia, ha avviato la sua attività: animali 6mila metri di terra coltivati

Si è avvicinata al mondo dell’agricoltura quattro anni fa un po’ per noia, un po’ per via del lockdown e ora, a 29 anni, Elisa Bonfanti ha un’azienda agricola e coltiva 6mila metri di terreno e 3mila di frutteto, oltre ad avere un lama, un maialino, una cinquantina di galline, un cavallo e un pony.

Così la ragazza, residente ad Appiano Gentile, ha saputo dare una svolta alla propria vita e, ora, non cambierebbe mai il proprio lavoro con uno in ufficio, nonostante sia una vita che richiede molti sacrifici. «Io coltivo ortaggi, zafferano e ora ho preso in affitto un frutteto, ho piante aromatiche e faccio vendita di uova di galline allevate a terra – racconta Elisa -. Ho iniziato tra il 2020 e 2021 e piano piano ho aumentato la coltivazione, con 6mila metri di terra ad Appiano e 3mila di frutteto. Faccio tutto da sola: ho studiato per diventare maestra d’asilo, ma ho sempre avuto questa passione per l’agricoltura. Prima insegnavo ai bambini ad andare a cavallo, poi ho fatto un corso per la fattoria didattica e ora ho faccio la fattoria per i bimbi con i miei animali. La mia vita è all’aria aperta, sai a che ora inizi ma non quando finisci». La giornata, naturalmente, inizia presto.

«La mattina alle 7 si fa il giro di tutti gli animali, poi si iniziano a raccogliere i prodotti dell’orto; verso sera ci sono le consegne a domicilio, quindi torno nell’orto. La giornata lavorativa finisce in media alle 21. Prossimamente, appena finisco i lavori, avvio la cucina per fare ristorazione fredda, con aperitivi nell’orto. Unisco i miei prodotti, come le conserve, con formaggi delle aziende vicine e vini, tutto a chilometro zero». Come detto, la sua formazione è stata diversa dal suo attuale lavoro, ma è stata la passione a guidarla.

«Il Covid mi ha aiutato tanto a prendere questa direzione – aggiunge Elisa - io sono autodidatta, anche se sono seguita da un agronomo e quindi se c’è bisogno mi rivolgo a professionisti. In passato avevo fatto una prova in Svizzera per lavorare in una fabbrica di orologi e dopo una settimana stavo già impazzendo, non ce la faccio, ho capito che non fa per me. Si fa molta fatica a far conciliare la vita sociale con il lavoro, soprattutto per la stagione estiva che è quella dura, d’inverno invece i lavori si accorciano. Tante volte le donne si scontrano con situazioni che mettono rabbia: mi è capitato di andare dai vivaisti con il mio ragazzo per parlare delle piante, loro si rivolgevano solo a lui. Tante volte mi sento dire “per essere una ragazza di cose ne fai”, ma le braccia le ho anche io. Chiaro che ci sono lavori duri, ma si impara a gestirli. Non tornerei mai indietro: ogni tanto mi dico che sono stanca, ma poi penso che non vorrei fare nient’altro».

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