Folla per Cantoni: «Chiesa accogliente come i suoi fedeli»

Olgiate Comasco Tanti fedeli ed amministratori per l’ultimo appuntamento della visita pastorale - Il messaggio del cardinale: «Un nuovo entusiasmo»

Olgiate Comasco

Una calorosa e festosa accoglienza è stata riservata al vescovo di Como, cardinale Oscar Cantoni, dalle comunità del vicariato di Olgiate-Uggiate riunite ieri nella parrocchiale di Olgiate per la messa comunitaria a conclusione della diciannovesima visita pastorale.

Chiesa gremita di fedeli; presenti una ventina di sacerdoti, sindaci e amministratori del vicariato, autorità civili e militari, associazioni, religiose, un coro con un centinaio di coristi delle varie parrocchie del vicariato e tanti bambini e giovani.

Incontro all’insegna della cordialità, che si è concluso con un mandato ai consacrati e laici delle tre parrocchie e quattro comunità pastorali del vicariato: «Essere case accoglienti. Perché le nostre Comunità siano ritenute “casa” occorre da parte nostra uno sguardo di infinita misericordia, come quello del Padre, pieno di tenerezza, che consola, che non giudica, che apre a speranza e che offre sempre a tutti nuove possibilità di rinascita – ha affermato il vescovo - Vi auguro di proseguire il vostro cammino di Chiesa, non accontentandovi di un semplice lavoro di manutenzione. Oggi c’è bisogno di qualcosa di nuovo, che susciti un rinnovato entusiasmo per una Chiesa serva, unita, a servizio di un’umanità complessa, ma desolata, eppure alla ricerca di amore e verità. Siate tutti voi insieme custodi della speranza, quella di Cristo, crocifisso e risorto».

Un nuovo inizio. «La celebrazione di oggi riflette il desiderio di vita nuova espresso da tanti fratelli e sorelle, che in questi giorni hanno descritto una immagine di una Chiesa bella, frutto di una lunga tradizione secolare, orientata verso il futuro, in un clima di famiglia, in dimensione sinodale, missionaria e ministeriale, che dobbiamo pazientemente costruire – ha aggiunto il cardinal Cantoni - Non è facile camminare insieme, sinodalmente: esige uscire da noi stessi, senza imporci, per ascoltare ciò che lo Spirito Santo suggerisce attraverso i fratelli che Egli ci dona, tanto diversi da noi». Poi l’esortazione a essere Chiesa missionaria: «Sosteniamoci a vicenda per sentirci tutti inviati a servizio della missione all’interno della società, nella vita familiare e lavorativa». E l’invito alla collaborazione: «Il nostro Sinodo ci ha richiamato alla opportunità di stabilire nuovi ministeri nella Chiesa, con la partecipazione di uomini e donne, in risposta alle esigenze pastorali del nostro tempo, in uno spirito di mutua collaborazione e corresponsabilità differenziata».

Nel ringraziare il vescovo per le giornate vissute insieme, il vicario foraneo don Sandro Vanoli ha sostenuto: «Vorremmo che l’esperienza vissuta insieme non restasse lettera morta. Pertanto a tutti noi la sollecitazione a interiorizzare quanto vissuto come occasione per la ripartenza di una Chiesa ministeriale, missionaria e sinodale. Credo che vada incoraggiato il lavoro dei preti giovani che, utilizzando un linguaggio vicino ai loro coetanei, annunciano il Vangelo oggi; sempre con lo slogan volare basso, perché tutti segnati dal peccato originale che rende fragili i nostri progetti. Pensando a una Chiesa del futuro i preti giovani hanno però bisogno di sostegno e della benevolenza di una comunità cristiana che sostiene le loro iniziative e le incoraggia». Al termine della messa, il cardinale ha salutato una ad una le tante persone che lo hanno avvicinato.

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