L’ultimo saluto a Maurizio Lancerotto. Folla commossa e il grido: «Ciao papà»

Veniano L’imprenditore, 45 anni, era morto mercoledì scorso in un incidente a Fino Mornasco. La moglie Alice e le figlie Desirée e Ginevra. Anche il sindaco presente alla cerimonia

Una folla commossa ha dato l’ultimo saluto a Maurizio Lancerotto, l’imprenditore edile morto a soli 45 anni in un incidente stradale. La chiesa di Sant’Antonio non è bastata a contenere le tante persone che hanno voluto stringersi all’amata moglie Alice, alle due figlie: Desirée, 9 anni e Ginevra, 5 anni, al fratello e agli altri familiari devastati da questa perdita. Tanti amici e colleghi hanno voluto salutare per l’ultima volta Maurizio, un ragazzo d’oro e benvoluto da tutti.

Purtroppo martedì scorso, il suo autocarro si è scontrato con un camion in via Valle Mulini a Fino Mornasco. Un terribile incidente che lo ha portato via alla sua famiglia. Presente il sindaco Graziano Terzaghi.

L’omelia di don Pozzoni

Don Nello Pozzoni che ha celebrato le esequie, ha subito ricordato: «Siamo qui solo per pregare. L’amore ha bisogno soprattutto di gesti concreti, non di parole». Il sacerdote ha invitato a non perdere la speranza. «Come mai Maurizio ha incontrato la morte a soli 45 anni? Non servono i perché. Occorre invece il voler bene, la solidarietà umana. La verità della morte è angosciante, ma il Vangelo ci dice di essere sempre pronti. Ricordiamo le parole di padre Turoldo: “Subito muore il rumore dei passi come sordi rintocchi: segni di vita o di morte? Non è tutto un vivere e insieme un morire? Ciò che più conta non è questo. Conta solo che siamo eterni, che dureremo, che sopravvivremo”». Don Nello ha spiegato l’alternanza nella vita di gioia e dolore. «La vita è limitata: sentiamo gioia e dolore, l’amore con Maurizio e la sofferenza per la sua perdita. Dobbiamo destinare questa vita all’incontro con Cristo. La morte corrompe il nostro corpo, ma non può distruggere la nostra coscienza e anima. Guai a dimenticare i nostri morti perché vivono in una dimensione nuova. La morte non è l’ultima parola, dopo c’è la Resurrezione e una vita nuova. Importante in questo momento la solidarietà e la vicinanza alla sua famiglia, ai parenti, amici, colleghi che gli hanno voluto bene».

Il cordoglio

Diverse bambine presenti in chiesa hanno fatto compagnia alle figlie di Maurizio. La moglie Alice, straziata dal dolore, tenendo per mano le due bambine, ha accompagnato il feretro sul sagrato. Un dolore sincero. Tanti gli occhi lucidi, le lacrime e i singhiozzi del fratello, dei familiari e degli amici.«Ciao papà!», così Ginevra, la più piccolina delle figlie, ha salutato il suo papà prima che il carro funebre lo portasse al cimitero per l’ultimo viaggio.

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