Cronaca / Olgiate e Bassa Comasca
Martedì 07 Novembre 2023
I cent’anni di Maria pieni di energia: «Guido ancora per andare in chiesa»
Appiano Festa per l’anziana, storica impiegata delle Poste e segretaria della parrocchia. Gli aneddoti: «Mi ricordo Herrera, Facchetti e Mazzola. E ho camminato con Giovanni Paolo II»
A cento anni, compiuti ieri, Maria Luraschi (ma in paese la conoscono come Mariuccia) guida ancora l’auto tanto è lucida e attiva. «Mi scadrà a maggio, ma il buonsenso mi dice di non rinnovarla – sostiene - L’auto mi serve per andare da casa alla parrocchia e a fare la spesa».
Una vita di riscatto, da contadina a direttrice del locale ufficio postale, contraddistinta da una grande fede, impegno sociale e civico (mai mancato una elezione). Appianese doc, penultima di otto figli. «Sono figlia di contadini. Famiglia onestissima, papà sergente istruttore e contadino. Essere contadini in un paese si subiscono pregiudizi enormi, a cominciare dalla scuola. Ne ho sofferto».
«Io, figlia di contadini»
Le umiliazioni sono diventate motivo di rivalsa, forte anche della sua tenacia, determinazione e capacità. «A 14 anni sono andata a lavorare in tessitura (tre anni alla Campi e 5 mesi allo Stucchi), poi per problemi di salute non ho potuto continuare. Per un po’ ho fatto la contadina e mi piaceva. Ero in un cascinale in mezzo alla natura. Quella è vita, ma per la mia salute cagionevole non era il lavoro per me. Mi hanno proposto di curare i figli dell’allora direttore delle Poste, accettai». Nel frattempo da privatista aveva frequentato le commerciali. Le sue doti non passarono inosservate al direttore delle Poste. «Mi aveva messo a scrivere in Posta, in due mesi avevo imparato tutto. Ho fatto il corso di telegrafista a Milano e a 20 anni sono stata assunta alle Poste. Ha lavorato ad Appiano dal ’44 al ’68 come impiegata e vice direttrice, per quattro anni come direttrice dell’ufficio di Lurago Marinone, poi fino alla pensione nell’84 ad Appiano col ruolo di direttrice».
Lì ha avuto modo di conoscere interisti (è tifosa nerazzurra) del calibro di Herrera, Facchetti, Mazzola. «Venivano in posta. Erano alla mano, simpatici».
Nubile «Per scelta consapevole. Rispondeva alle mie aspettative il bisogno di realizzarmi». Legatissima a nipoti (11) e pronipoti (21): «Sono come figli» e all’impegno per 94 anni nell’Azione cattolica: «Ci sono entrata da bambina e da adulta come propagandista e poi dirigente. Fino a quasi 90 anni andavo la domenica in Università Cattolica per giornate di studio e incontri di formazione alla liturgia e approfondimento con l’Opera della Regalità. Volontaria in parrocchia e tuttora lettrice (ieri è stata accompagnata al leggio dalle note dell’organo), per 15 anni segretaria parrocchiale, poi ho seguito il compianto prevosto monsignor Giuseppe Sala. Ho preparato tante giovani coppie al matrimonio». Tra i ricordi più belli: «Il 4 dicembre 1984 nella cappella paolina ho camminato per tre passi mano nella mano con Giovanni Paolo II».
Nessun rimpianto
Non ha rimpianti «Se non quello di non essere all’altezza della vocazione. Ho cercato di vivere dandomi uno scopo. Non pensavo di arrivare a 100 anni. Sono nata miserina di salute, forse è merito delle medicine». La nipote Maria Luisa Luraschi: «Ha inteso vivere e ancora vive con positività una vita di servizio e testimoniare con gioia la sua fede». Ieri è andata in chiesa: «Ho ringraziato i miei genitori e il Signore».
Nel pomeriggio è stata ricevuta in municipio dal sindaco Fabrizio Rusconi, dal vice Luigi Caldi e dal consigliere Fulvia Pagani.
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