Il fidanzato e la tragedia di Noemi. «Me l’ha strappata via dalle mani»

Il racconto Sami: «Gli ho fatto segno di rallentare, ho cercato di tirarla verso di me: tutto inutile». «Ho iniziato a correre e a urlare, non la vedevo più». «Chiediamo giustizia, non molleremo mai»

Lurago Marinone - Vertemate con Minoprio

Quando ha visto quell’auto che si avvicinava veloce, troppo veloce, ha fatto cenno con la mano al guidatore di rallentare, poi ha provato a tirare a sé Noemi, ma «è stata strappata via dalle mie mani». Oggi a Sami Youssef resta il dolore acutissimo, resta il ricordo terribile di quella notte. Ma anche la rabbia: «Non molleremo finché non verrà fatta giustizia come si deve. Se non si fa niente, ci saranno sempre persone che piangeranno i loro cari».

Le sue parole a “Ore 14” su Rai 2

Un racconto lucido e pacato ma spaventoso quello fatto dal fidanzato di Noemi Fiordilino, la 20enne investita e uccisa a Lurago Marinone nella notte tra venerdì e sabato, ai microfoni della trasmissione Ore 14 di Rai 2, condotta da Milo Infante. Il giornalista Mauro Paloschi si trovava nel Comasco, per raccontare la vicenda della studentessa universitaria di Lingue, dopo il diploma al liceo Paolo Giovio, che ad agosto avrebbe compiuto 21 anni.

Una ragazza piena di vita, di entusiasmo, con occhi vivaci e brillanti, la ricordano affranti quanti l’hanno conosciuta.

La troupe era lungo il rettilineo di via Vittorio Veneto a Lurago Marinone, dove sabato, poco prima delle 2.30, è stata investita dalla Golf che secondo le accuse era condotta da Vincenzo Crudo, 32enne di Fenegrò, che, rintracciato dai carabinieri, aveva un tasso alcolemico di 1,49 milligrammi per litro, il triplo rispetto al consentito, e il piede destro ingessato per un infortunio.

Qui hanno incontrato il fidanzato della giovane, un coetaneo di Appiano Gentile, che davanti alle telecamere Rai ha riavvolto il nastro della notte che non potrà mai dimenticare. I due giovani stavano tornano a casa, dopo essere stati a cena alla Pinetina con un’amica, per festeggiare la sua laurea, quando hanno investito un coniglio.

La ragazza gli ha chiesto subito di tornare indietro per soccorrerlo, quindi si sono fermati a bordo strada. Lui, ha spiegato, è andato a prendere un sacchetto per poterci mettere il piccolo animale, dopo aver trovato una clinica veterinaria a Limido Comasco aperta 24 ore sui 24.

Sbalzata a 50 metri di distanza

«Ho visto arrivare una macchina che andava molto forte – ha raccontato - vedevo che si avvicinava in poco tempo, allora ho preso la mia ragazza e ho fatto per tirarla verso di me. Ma è stata strappata via dalle mie mani».

La ventenne è stata sbalzata per 50 metri, «ma la macchina non si è fermata, ha continuato a scappare verso Lurago Marinone. Io ho cominciato a correre e a urlare “Noemi, Noemi”, non la vedevo». Il ragazzo ha chiamato i soccorsi, e quando ha raggiunto la fidanzata la preso a praticarle il massaggio cardiaco, seguendo le indicazioni che gli venivano impartite al telefono. A quel punto è stato raggiunto dal suo migliore amico, e in un attimo in via Vittorio Veneto si sono accese le luci rosse e blu dei mezzi di soccorso.

Arriva anche l’elisoccorso di Como. Mentre l’équipe cerca di rianimare la ragazza, i carabinieri della stazione di Mozzate, i primi a essere intervenuti, raccolgono la testimonianza del fidanzato. E comunicano il numero della targa ritrovata in strada alla centrale operativa. La banca dati restituisce un proprietario: Vincenzo Crudo, che abita a Fenegrò a un chilometro e mezzo dal luogo della tragedia. Noemi viene caricata in ambulanza e portata in codice rosso verso il pronto soccorso dell’ospedale Sant’Anna, ma si lì a poco i medici saranno costretti a constatarne il decesso: troppo gravi le ferite.

«Studiava per realizzarsi»

Il giovane, occhiali da sole e voce pacata, non ha riportato ferite. Ma non potrà mai dimenticare quella notte terribile, l’immagine di quell’auto che, dopo aver spezzato la vita di Noemi, è scappata.

«Non so cosa si possa dire della persona che ha fatto tutto questo – dichiara - Non saprei come descrivere chi le ha tolto la vita a 20 anni. Noemi si stava realizzando, era una ragazza che studiava per realizzare i suoi sogni».

Non potrà più farlo. Ma chi le ha voluto bene vuole che questa tragedia non rimanga impunita: «Non molleremo finché non verrà fatta giustizia come si deve. Se non si fa niente, ci saranno sempre persone che piangeranno i loro cari».

Nessuna sentenza di tribunale potrà mai restituire loro Noemi, ma quanto accaduto non può venire cancellato.

Massimo riserbo della famiglia

«La famiglia è provata – ha detto l’avvocato Edoardo Mastice, che assiste i Fiordilino – e rimane chiusa nel massimo riserbo, stanno attraversando un dolore inimmaginabile. Vogliamo una pena esemplare nei confronti del responsabile. Faremo in modo che la Procura abbia tutto il supporto possibile per avere giustizia».

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