Indagato per l’antincendio alla materna: ex sindaco a processo, reato prescritto

Uggiate con Ronago Durata cinque anni l’odissea per non aver segnalato l’inizio dei lavori. Turcato “indenne”, al comando dei vigili del fuoco aveva presentato solo la fine delle opere

Cinque anni sotto processo per non aver presentato ai Vigili del fuoco la segnalazione di inizio dei lavori per l’impianto antincendio nella scuola dell’infanzia di Uggiate, ai tempi Uggiate Trevano.

Alla fine, difeso dall’avvocato Raffaele Donadini, l’ex sindaco Fortunato Turcato ne è uscito indenne: il tribunale di Como ha dichiarato che è passato troppo tempo e il reato è estinto, cancellato per sopravvenuta prescrizione. Ma la vicenda potrebbe rappresentare per tutti gli amministratori un esempio di regole da seguire punto su punto e neppure uno va saltato. Non solo: il sindaco risponde in prima persona di omissioni.

Turcato era stato indagato per il « reato di cui all’articolo 68 comma 1 lettera B del decreto legislativo 151/2011, violazione articolo 64 comma 1 lettera a del decreto legislativo 81/ 2008 poiché in qualità di sindaco pro tempore del Comune di Uggiate Trevano e in tale veste responsabile della Scuola dell’infanzia Suor Tomasina Pozzi di Uggiate Trevano, pur svolgendo un’attività ricompresa al punto 67 del Dpr 151/2011, non provvedeva alla presentazione presso il Comando Provinciale dei Vigili del fuoco della segnalazione certificata d’inizio dell’attività ai fini antincendio ». Così dice l’avviso di garanzia che porta la data “fino al 19 aprile 2019”, cioè 46 giorni prima della scadenza del mandato: le votazioni amministrative si sono svolte il 26 maggio, Rita Lambrughi è stata eletta sindaco e Turcato è stato nominato assessore ai lavori pubblici.

Qualche mese prima, alcuni genitori avevano avvisato i Vigili del fuoco che la scuola dell’infanzia mostrava criticità nell’impianto antincendio; i vigili del fuoco avevano effettuato un sopralluogo e, rilevati i problemi, avevano dato prescrizioni per sanarli entro un certo termine.

«Stiamo provvedendo», aveva assicurato il sindaco, prima di decadere, facendo presente che occorrevano una serie di atti, progettazione, appalti e soprattutto una variazione di bilancio per reperire i 100mila euro necessari. Due mesi dopo le elezioni, cioè il 28 agosto 2019, fu chiesta ai vigili del fuoco una prima proroga di 90 giorni per l’inizio dei lavori, poi altri slittamenti ed arrivò il 2020 che portò il Covid, con conseguente difficoltà nel reperimento dei materiali e nei rincari che costrinsero ad una revisione dei prezzi. I lavori cominciarono effettivamente nel 2021 e il 26 maggio di quell’anno, i vigili del fuoco ricevettero la comunicazione che erano finiti.

«Ma non è stato comunicato l’inizio: doveva essere presentata una Scia, segnalazione certificata d’inizio attività », contestarono i tecnici del Comando Provinciale e le norme di riferimento sono perentorie, poiché considerano la prevenzione degli incendi un sistema delicato che non ammette deroghe ed eccezioni: la presentazione della Scia comporta controlli in ogni fase dell’attività da parte degli organi competenti.

Turcato è stato raggiunto da un decreto penale da 700 euro di ammenda, ma la contravvenzione avrebbe rappresentato una macchia sulla fedina penale. Con il difensore, si è opposto, il dibattimento è scivolato da udienza in udienza. Alla fine, tutto cancellato. Acqua sul fuoco.

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