La Giubiana “graziata” a Bregnano diventa un caso
«Messaggio giusto». «No, tradizione svilita»

Bregnano Fa discutere la scelta della Pro loco. La sindaca Daddi condivide la decisione - Cardone: «Ma le tradizioni restano e non si modificano in nome del politicamente corretto»

Sorpresa al rogo della Giubiana: l’altra sera la Pro loco e il Comune hanno deciso di “salvarla”. Il presidente Mario Franchi e il direttivo della Pro loco Bregnano hanno scelto di non bruciare più il fantoccio che rappresenta una donna, ma di dare comunque corso al rogo.

L’obiettivo dichiarato è stato quello d’evitare di dare un segnale negativo alle giovani generazioni, soprattutto per quanta riguarda le bambine, «perché siano sempre attente nel pretendere rispetto e considerazione».

Un annuncio che qualcuno tra i presenti ha accolto con qualche perplessità, riguardo alla scelta appunto di non seguire la tradizione, mentre tanti altri hanno invece applaudito. L’idea, che a Cantù è finita in questi giorni al centro del dibattito politico, sta facendo discutere anche in paese.

«Ritengo stucchevole quando ogni aspetto delle tradizioni viene messo in discussione in nome del politicamente corretto – è la riflessione di Davide Cardone, della lista civica d’opposizione Bregnano al centro – Le tradizioni sono infatti legate a valori profondi e significati storici, e svilirle può sembrare una forma di “rifiuto” del passato o della cultura. Si può insomma comunicare l’importanza del rispetto per le donne pur rimanendo coerenti al rispetto per le tradizioni».

La comunicazione della inattesa novità l’ha data lo stesso presidente Franchi, portandosi vicino al fantoccio della Giubiana, assieme a tutte le bambine che erano in quel momento presenti nella sala polifunzionale.

«Una scelta che ho poi condiviso: ritengo infatti rappresenti un messaggio per il futuro molto significativo – fa sapere la sindaca Elena Daddi – Ho infatti aggiunto, a mia volta, che le tradizioni hanno valore e vanno coltivate se permettono di tramandare dei valori positivi: in questo caso l’auspicio per un futuro migliore, un lasciarsi alle spalle la negatività. Invece, bruciare un fantoccio a forma di donna, richiama un periodo in cui le donne venivano veramente bruciate vive, dopo una condanna sommaria sulla base di accuse infondate».

La consuetudine vuole che sia la prima cittadina ad accendere il rogo, che questa volta non ha appunto riguardato la Giubiana.

«Quel che posso dire è che non ritengo che l’idea promossa dalla Pro loco in paese abbia avuto alcun tipo di orientamento ideologico e che da noi il fantoccio della Giubiana rappresenta soltanto l’inverno - prosegue Daddi – Ho però appunto condiviso e apprezzato la scelta presa dai responsabili del sodalizio, in quanto bruciare un fantoccio dalle sembianze femminili è un messaggio che si può evitare di dare, tenendo viva comunque la tradizione, ma cercando anche di dare un segnale preciso alle nuove generazioni per quel che riguarda la considerazione verso il mondo femminile». Il primo cittadino sottolinea infine che «la Pro loco Bregnano si è distinta ancora una volta, inaugurando questa nuova modalità di festeggiare l’anno che finisce, con l’auguro che il 2025 possa essere un’annata prospera e serena».

© RIPRODUZIONE RISERVATA