Lite tra amici finita con una coltellata: per De Bonis una condanna a 16 anni

Oltrona Con il rito Abbreviato sono state accolte le richieste avanzate dal pm Nalesso. De Bonis aveva ucciso l’amico Millefanti al termine di una serata a base di alcol ed eccessi

Sedici anni di condanna oggi con il rito Abbreviato, quindi con la riduzione di un terzo della pena. Accogliendo dunque quelle che erano state le richieste della pubblica accusa, avanzate dal pm Antonio Nalesso al termine delle proprie conclusioni.

E’ questa la pena decisa oggi dal giudice Walter Lietti a carico di Luca De Bonis, 34 anni di Appiano Gentile, accusato di omicidio volontario per aver inferto il colpo di coltello al cuore che aveva posto fine alla vita dell’amico Manuel Millefanti con cui aveva trascorso una serata a base di alcol e di eccessi. Ore che, solo pochi attimi prima del delitto, erano state immortalate anche in un selfie con i due amici sorridenti uno accanto all’altro e sul tavolo le bottiglie bevute.

Poi, in un attimo, il colpo mortale al petto. La difesa, con l’avvocato Fabrizio Natalizi, aveva provato a chiedere l’eccesso della legittima difesa, ma alla fine la pena inflitta è stata quella che aveva chiesto l’accusa, con il riconoscimento delle attenuanti generiche equivalenti in seguito al comportamento processuale con l’ammissione delle proprie colpe. «Prima leggeremo le motivazioni della sentenza – ha commentato alla fine l’avvocato Natalizi – Poi valuteremo cosa fare». Poche parole anche da parte dell’avvocato Annalisa Abate che rappresentava la famiglia di Manuel, cui è stata riconosciuta – in totale – una provvisionale da 330 mila euro. «In un processo per omicidio non ci sono né vincitori né vinti – ha detto l’avvocato Abate – Il dolore per la perdita di Manuel ha devastato una famiglia intera».

Quella di oggi è stata la seconda delle udienze dedicate a questo fatto di sangue che risale al 22 gennaio di un anno fa nella casa di Oltrona San Mamette in cui viveva Millefanti. In precedenza la difesa aveva provato a chiedere un abbreviato subordinato ad una perizia farmacologica sulle reazioni legate all’uso del farmaco (che era stato prescritto a De Bonis) se mischiato all’alcol. Il giudice aveva respinto questa istanza rinviando l’udienza a ieri per le conclusioni con un abbreviato semplice.

De Bonis era stato fermato già la mattina successiva al delitto dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Como. Era del resto stato lui l’ultima persona che aveva trascorso del tempo con la vittima, ed era lui la persona ripresa in quel selfie scattato poco prima del colpo di coltello (uno solo) che aveva raggiunto il ventricolo sinistro del cuore di Millefanti «cagionandone la morte».

Il sospettato, portato in caserma ad Appiano Gentile, aveva poi confessato, facendo recuperare ai militari anche l’arma del delitto che era un coltello marca “Redstone” lungo complessivamente 20 centimetri, con 9 centimetri e mezzo di lama.

Luca De Bonis era accusato di aver ucciso l’amico Manuel Millefanti (43 anni) al termine di una serata di alcol ed eccessi che avevano trascorso insieme. Dopo il fendente si era allontanato dalla casa (lasciando anche il cancelletto aperto) tanto che la vittima aveva fatto in tempo a chiamare la madre, che abitava accanto alla sua casa, per chiederle aiuto dicendo di essere stato accoltellato. L’intervento dei medici non era però riuscito a scongiurare l’esito funesto di quella nottata. L’imputato era anche stato ripreso dalle telecamere mentre si allontanava dalla casa dell’amico in piena notte.

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