L’ultimo abbraccio di parenti e amici: «Sura vivrà per sempre nei nostri cuori»

Binago Una folla ieri per salutare il giovane morto a 20 anni in un incidente stradale. Lanciati i palloncini e sul feretro la sua adorata maglia della Polisportiva binaghese

Una folla commossa, palloncini liberati in cielo e fumogeni colorati per l’addio ad Alessandro Surace.

Il giovane, 20 anni, vittima di un tragico incidente mercoledì scorso in via Dante Alighieri sulla Sp 21 in direzione Venegono Inferiore. Era a mezzo chilometro da casa, da dove era poco prima uscito per raggiungere l’azienda che produce e installa finestre presso la quale da poco lavorava con grande impegno.

Tanti giovani, genitori, famiglie ieri pomeriggio hanno partecipato ai funerali celebrati nel prato dell’oratorio, adiacente al campo sportivo, simbolo della gioia di vivere e della passione per il calcio che Alessandro aveva condiviso con tanti amici.

Non a caso, adagiata sul feretro accanto alla sua fotografia, la maglia azzurra della Polisportiva binaghese, società in cui aveva giocato come centrocampista negli Allievi e in seguito era stato allenatore dei più piccoli e dei baby portieri. Presenti una delegazione di atleti della Polisportiva binaghese, in divisa, e alcuni dirigenti fra cui il presidente Claudio Calani e il vice Giulio Rusconi. A corona del feretro, come in un ideale abbraccio alla giovane vittima e ai suoi familiari, una marea di persone e soprattutto i suoi amici con indosso una t-shirt con la foto di Alessandro e la scritta “Sura vive per sempre” accanto a un grande cuore. Maglietta che mamma Elena ha stretto a sé per tutta la cerimonia funebre, segno di un amore indissolubile.

“Nessuno muore nel cuore di chi lo ama” - recitava uno degli striscioni appesi alla tettoia del porticato dell’oratorio, accompagnato da una frase di una celebre canzone di Jovanotti: “A te che sei, semplicemente sei, sostanza dei sogni miei. Ti Amo”. Ieri il dolore e l’amore s’intrecciavano nel ricordo di Alessandro e del suo sorriso che, come si leggeva su un altro cartello, “Rimarrà sempre con noi”.

«Il dolore ha il potere di raffreddare l’amore per la vita, di scardinare la speranza dal cuore - ha detto nell’omelia il parroco don Paolo Zucchetti – In questo momento dobbiamo trovare una parola, un percorso che ci permetta di continuare a credere nella vita. Lo dobbiamo ad Alessandro che vorrebbe per noi questo desiderio di vita, lo dobbiamo anche a Matteo ed Edoardo (fratelli minori, ndr), a tutti i loro giovani amici che portano nel cuore questo desiderio di gioia, che esprimono ad esempio attraverso la passione per il calcio che li accomuna e anche per questo siamo oggi insieme in questo oratorio. Permettiamo al Signore di darci una parola di speranza».

Rivolgendosi ai genitori, il parroco ha aggiunto: «So che c’è una terribile sofferenza nel vostro cuore. Elena e Andrea, siete genitori. E lo avete dimostrato anche in questi giorni terribili. Per questo oso chiedervi: continuate a custodire dentro di voi l’amore e la stima per la vita; ne abbiamo bisogno noi e tutti questi ragazzi. Abbiamo bisogno che, nonostante tutto, voi diciate a noi che è giusto sperare. Il ricordo di Alessandro vi spinga ad amare ancora di più, a comprendere ancora meglio le sofferenze e le angosce degli altri, a rinnovare la fede in Dio e la speranza nella vita».

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